laR+ LA TRAVE NELL’OCCHIO

S’agita l’arroganza

Siamo al cospetto di un comportamento piuttosto indecoroso di un politico che più che rappresentante si sente padrone

In sintesi:
  • I dibattiti televisivi servono a poco quando mettono a confronto fautori e contrari
  • L’ignoranza organizzata, se ben congegnata, consente di orientare le opinioni
(Youtube)

L’episodio merita un cenno rapido. Ho sempre pensato – e l’ho pure scritto da qualche parte in questa rubrica – che in genere i dibattiti televisivi servono a poco quando mettono a confronto fautori e contrari: sono lì solo per esibire la loro mercanzia più o meno convincente e non per ascoltare le ragioni degli avversari. È il muro contro muro, uno sterile esercizio che non forma e non informa. L’autocritica in questo contesto non è contemplata. I cittadini non sono coinvolti, a loro si chiede un atto di fede e non di partecipare. L’ignoranza organizzata sì: se ben congegnata, e con i giusti accorgimenti, consente di orientare le opinioni.

Tutto ciò contrasta con l’unica vera democrazia, quella critica: al centro la discussione aperta, la libera informazione, la disponibilità ad ascoltare l’altro. È proprio il contrario di quanto offerto in una trasmissione televisiva di casa nostra da un senatore altolocato e onnivoro: l’onorevole, alle lievi osservazioni del moderatore che interrompe il fluire torrentizio delle asserzioni, oppone una reazione convulsa e sprezzante. Diciamo, con un’opportuna eufemia: siamo al cospetto di un comportamento piuttosto indecoroso di un politico che più che rappresentante si sente padrone. Contro siffatta propensione già gli antichi ci avevano avvertiti di tener la guardia alta. È uno splendido esempio di arroganza del potere. Taccio, ma per riflesso l’occhio mi corre sullo scaffale, là dove giace prezioso un libricino di Giovanni Testori (scrittore, giornalista, poeta e tanto altro) che tratta l’argomento. Gli cedo la parola in via definitiva: “S’agita l’arroganza, tacchina petulante, sul piccolo trono che s’è eretto nell’umano pollaio; batte e ribatte i tacchetti; s’irrita; stridula grida; ove pur tenti d’imitar l’uragano, sempre sarà, e soltanto, stridio”. Altro non mi pare si debba aggiungere.