Mentre 675mila persone sono povere in Svizzera si gettano via quasi 3 milioni di tonnellate di cibo commestibile. Una follia tutta elvetica
La quantità di cibo commestibile che finisce nella spazzatura è davvero impressionante. Ogni anno in Svizzera si gettano via 2,8 milioni di tonnellate di cibo, togliendo preziose riserve a chi non ha abbastanza da mangiare, causando danni diretti o indiretti all’ambiente. Con questa montagna di alimenti si possono riempire migliaia di camion: una fila lunga da Amburgo a Napoli! Sprechi che inquinano come la metà di tutti gli spostamenti privati fatti in autovettura nel nostro Paese. E si traducono in tanti soldi gettati via: si stima che una famiglia elvetica di 4 persone spreca così 2’500 franchi l’anno. Nella filiera agroalimentare, lo spreco riguarda tutte le fasi, dal campo al consumatore finale, ma il luogo per eccellenza dove si annida di più sono le economie domestiche. Piccole quantità di cibo gettate ogni giorno possono apparire insignificanti, eppure messe tutte insieme producono uno spreco abissale. Nessuno acquista cibo con l’intenzione di buttarlo via, ma poi succede per svariati motivi: si fa una spesa eccessiva rispetto alle reali esigenze; si cucina troppo e gli avanzi non vengono riutilizzati; si conserva in modo inadeguato il cibo lasciando così andare a male molti prodotti. Un grosso problema sono le etichette alimentari, a dire il vero non sempre di facile comprensione. Infatti, il 20% degli sprechi domestici, secondo un recente studio, avviene proprio per un’errata interpretazione delle etichette. Ora tutto potrebbe diventare più semplice. La notizia è di settimana scorsa (vedi pagine 4 e 5). Viene prolungata la vita di tutti gli alimenti poco deperibili come riso, pasta, cioccolata, farina, succhi di frutta… Quegli alimenti con scritto “da consumare preferibilmente entro” saranno ancora buoni da 6 fino a 360 giorni a dipendenza del prodotto. Facciamo un esempio: oggi un chilo di pasta scaduta da un mese viene gettato via, non può più essere né venduto, né donato, né consumato; la sua vita si allungherà di un anno. Si stima che 100mila tonnellate di ottimo cibo potranno così venire salvate. Forse nei piccoli negozi troveremo il riso scaduto da un mese a metà prezzo, ma al supermercato? La grande distribuzione ci ha risposto che ci sta pensando. Ci vorrà tempo e c’è tutta una mentalità da cambiare. Dovremmo imparare a usare di più i sensi per capire se un alimento è commestibile o meno. Tenendo ben presente che un terzo di ciò che mangiamo viene importato da regioni dove acqua e cibo scarseggiano. Gettarlo via è da irresponsabili.
Sprechi e precariato in Svizzera di anno in anno crescono di pari passo: 675mila persone vivono sotto la soglia della povertà mentre si gettano via quasi 3 milioni di tonnellate di cibo commestibile. Una vera follia. Una piccola parte (11mila tonnellate l’anno) viene salvata e ridistribuita ai più disagiati in Svizzera da enti benefici, come Tavola Svizzera e Tavolino Magico. Inoltre si moltiplicano le iniziative per salvare cibo. Tutto molto bello. Lo sforzo è lodevole e notevole ma l’impatto purtroppo è minimo. Eppure la Svizzera si è impegnata a ridurre della metà gli sprechi alimentari entro il 2030. La Confederazione sta elaborando un piano d’azione che verrà presentato a inizio 2022. Siamo molto in ritardo, soprattutto se vogliamo costruire una mentalità antisprechi già dalle Elementari.