laR+ Commento

Mario Timbal, un manager culturale alla guida della Rsi

Una via di mezzo tra la persona di cultura e il businessman, il nuovo direttore segna comunque una rottura con il passato. Quanto profonda?

12 dicembre 2020
|

Un manager culturale alla guida della Rsi. Se leggiamo il profilo di Mario Timbal, nominato ieri futuro direttore della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana, alla luce di timori e speranze emerse negli ultimi mesi sul successore di Maurizio Canetta, abbiamo l’impressione di una via di mezzo tra la persona di giornalismo e cultura che alcuni auspicavano e la figura più manageriale, per non dire “tagliatore di teste”, che pareva emergere dal bando di concorso. La Corsi, che ha condotto la procedura di selezione, ha insomma puntato su una persona certamente in grado di guidare un’organizzazione complessa – sia internamente, sia per le delicate relazioni con la società, la politica, l’economia – ma allo stesso tempo consapevole che quella organizzazione non è un’azienda qualsiasi che guarda ad azionisti e investitori, ma una realtà di servizio pubblico. Che Timbal sia renda conto di tutto questo è indubbio: lo mostrano le sue esperienze lavorative passate, alla direzione operativa – in stretto dialogo con quella artistica – del Locarno film festival e più recentemente alla gestione di un innovativo centro culturale nel Sud della Francia. E lo mostrano anche le sue risposte alle nostre domande (vedi intervista a pagina 4), nelle quali ha sottolineato l’importanza del dialogo con tutti gli interlocutori, l’essenzialità della cultura per il servizio pubblico, abbinando all’urgenza di raggiungere nuovi pubblici la necessità di non trascurare l’offerta tradizionale nella quale in molti si riconoscono.

Certo bisognerà aspettare per vedere come tutto questo sarà tradotto in pratica, come Timbal e la sua squadra passeranno dalle parole che abbiamo sentito ieri ai fatti. Soprattutto tenendo conto della riduzione delle risorse finanziarie a disposizione della Ssr e della Rsi, un limite con cui il futuro direttore dovrà fare i conti, effettuando anche tagli e riduzioni del personale.

Decisioni che non mancheremo di valutare e se del caso criticare, contando sul fatto di poterne discutere apertamente con Timbal, come del resto è avvenuto anche con Maurizio Canetta.

Non potendo prevedere il futuro, guardiamo al presente, ovvero a come è stato selezionato il nuovo direttore: Timbal è giovane – una ventina di anni in meno dell’uscente Maurizio Canetta e una decina in meno degli altri candidati – e come detto non proviene né dalla Ssr, né dai media tradizionali. Per quanto non sia il primo direttore esterno nella storia della Rsi, siamo indubbiamente di fronte a un cambio di passo ed è lecito chiedersi se non si tratti di una vera e propria rottura con il passato e soprattutto con il presente dell’azienda. La scelta è semplicemente dettata dalla volontà di affrontare con nuovi punti di vista le importanti trasformazioni dei mass media e dell’audiovisivo, oppure hanno pesato anche certe difficoltà emerse all’interno della Rsi, come le recenti denunce di mobbing, bossing e molestie? Rispondendo a questa domanda, il presidente della Corsi Luigi Pedrazzini ha parlato di «una valutazione generale della situazione», affermazione che lascia intendere come il tema sia quantomeno stato oggetto di discussione.