L'attore si è scusato per i commenti sessisti sul palco di Castellinaria. E possiamo chiudere qui l'incidente, a patto di leggerle bene, quelle scuse
Possiamo chiudere, con le scuse di Alessandro Haber arrivate ieri, l’incidente dei commenti sessisti a Castellinaria? Penso di sì, per quanto rimanga ancora aperta la questione dell’opportunità di ritirare il premio conferito all’attore.
Chiudiamo quindi questa vicenda un po’ triste con le telefonate di scuse di Haber – una al direttore di Castellinaria, l’altra al direttore di questo giornale che per primo ha tirato fuori la faccenda. Ma a patto di leggerle bene, quelle scuse: non per continuare ad accusare Haber, ma per cercare di comprendere che cosa è accaduto.
“Sono mortificato e sbigottito da quanto è accaduto” ha affermato l’attore. Mortificato perché quei suoi commenti, quelle sue allusioni a sfondo sessuale di fronte al pubblico in sala, hanno offeso la dignità della presentatrice e di tutte le donne. Ma l’attore, leggiamo bene, è anche “sbigottito”, perché quelle battute erano “assolutamente […] senza malizia”, pronunciate per dare un po’ di colore a una serata ai suoi occhi troppo ingessata – sbagliando evidentemente tinta, visto quello che è successo.
Ci guardiamo bene dal mettere in discussione la buona fede di Haber – alcuni incidenti occorsi in passato potrebbero far sorgere qualche dubbio, ma si è innocenti fino a prova contraria e non possiamo giudicare una persona in base a fatti non provati. E non mettiamo in discussione neanche l’impegno di Haber in favore della parità di genere: come lui stesso ha ricordato, è ad esempio uno degli interpreti di un cortometraggio – ‘Preludio’ di Stefania Rossella Grassi e Tommaso Scutari – contro la violenza sulle donne. Gli crediamo senza dubbio, quando afferma che “le donne per me sono il motore della vita [e] non era mia intenzione mancare di rispetto a nessuna di loro”.
La domanda diventa quindi: come è possibile che non si sia reso conto dell’inaccettabilità di quello che diceva? Innanzitutto, va detto che Haber è un’anima senza filtri; una persona dotata di una spontaneità che certamente è uno degli elementi che fanno di lui un grande attore. Ma se questa spontaneità lo porta a dire quel che ha detto sul palco di un festival come Castellinaria, c’è dell’altro. Che sospettiamo essere anni di tolleranza, se non addirittura di incoraggiamento, verso atteggiamenti che sminuiscono a sviliscono le donne (e altre minoranze). Una tolleranza che sta finalmente venendo meno, e si tratta forse della più importante conquista del movimento #MeToo, più importante di processi e carriere stroncate. Ma evidentemente questo cambiamento sociale non è percepito ovunque – e anzi sembra che proprio il mondo dello spettacolo sia particolarmente lento nel recepirlo, al di là dei reboanti episodi che tutti conosciamo e che a volte assumono un retrogusto di ipocrisia e di caccia alle streghe.
Dovremmo quindi ringraziare Haber, per quelle parole: ci hanno ricordato che c’è ancora molto da fare. E Haber dovrebbe ringraziare chi ha denunciato la non innocenza delle sue battute, prendendo la vicenda come un invito ad aggiornare il suo istrionico umorismo.
E adesso che abbiamo letto bene le scuse di Alessandro Haber, possiamo tornare a dedicarci a Castellinaria per gli interessanti film proiettati, non per le discutibili uscite degli ospiti.