Torna il sereno in Municipio che scrive al regista: prima di valutare le sue richieste, le vuole conoscere nel dettaglio
Caro Daniele Finzi Pasca, spiegaci cosa vuoi… Che non abbiamo capito bene.
Potrebbe cominciare così la lettera che la Città ha scritto al regista nel tentativo di uscire indenne da una polemica che imperversa senza tregua da quasi tre settimane. Certo, avere il tutto scritto nero su bianco potrebbe aiutare a diradare la nebbia in merito alle richieste dell’artista. E ad arrivare finalmente al dunque. La mossa ci appare però un tentativo (l’ultimo?) per salvare capra e cavoli, nella speranza che il regista non divorzi dalla città e dal centro culturale. Vediamo perché.
Anzitutto, la residenza a Lugano della compagnia così come la collaborazione con il centro culturale sono regolate da convenzioni sottoscritte e rinnovate di recente. Anche i contributi annuali al Lac e alla compagnia sono fissati. La questione è chiara: le condizioni che pone il regista non rientrano negli accordi siglati fra le parti. Se Daniele Finzi Pasca alza la posta in gioco, la questione assume inevitabilmente contorni politici. Sì, perché le sue legittime richieste di un’impostazione diversa al Lac si scontrano con quanto concordato da tempo e comporterebbero un inevitabile aumento del contributo pubblico e di spazi. Nei giorni scorsi, il regista ha già respinto la proposta dell’ex edificio dell’Azienda elettrica di Massagno giudicandola non idonea. Quando, invece, anni fa, a Daniele Finzi Pasca venne proposta la direzione del Lac, lui rifiutò e alla testa del centro culturale venne nominato Michel Gagnon indicato dallo stesso regista. A scatenare la polemica potrebbe essere stata la regia del ‘Barbiere di Siviglia’, opera andata in scena al Lac, affidata a Rifici, che non è stato remunerato. Era stata proposta a Finzi Pasca, ma l’operazione non andò in porto perché la remunerazione chiesta dall’artista luganese – una cifra elevata – avrebbe fatto sforare il budget in maniera importante.
E di soldi e di aumento del contributo alla compagnia si parlerebbe nel caso in cui le richieste di Finzi Pasca fossero accolte. Un aumento che dopo tutto il rumore dei giorni scorsi non è per nulla scontato. Tantomeno, alla luce dei muri alzati dalla destra e in particolare dalla Lega anni fa quando il Consiglio comunale venne chiamato ad approvare il contributo pubblico da versare alla compagnia. Di recente, la nota di Boris Bignasca a sostegno del regista luganese testimonia il timore della partenza dell’artista. Appare tuttavia anche come una capriola multipla rispetto alla posizione di qualche anno fa che rispecchia forse un legittimo cambiamento di linea, ma ha il retrogusto di un attacco politico al municipale di riferimento liberale. Non che in casa Plr la situazione sia tranquilla. Al contrario. Sul tema si è innescata l’ennesima crisi nella sezione di Lugano con l’Ufficio presidenziale che ha criticato l’agire di Roberto Badaracco. La spaccatura riflette, almeno in parte, quella emersa in seno all’esecutivo, fra il sindaco Marco Borradori e lo stesso titolare del Dicastero cultura sport ed eventi che ieri pare sia stata appianata. Fra i liberali luganesi, invece, ci si chiede il senso del pirotecnico comunicato diffuso ieri ai media dall’Ufficio presidenziale. Di sicuro, il Plr ha dato un’altra dimostrazione di scarsa coesione e poca lungimiranza in vista delle imminenti tornate elettorali.