L’informazione per restare credibile deve stare alla larga dalle fakenews!
Il gatto non è ancora nel sacco, visto che non ha ancora raggiunto i due terzi dei voti in commissione vigilanza, ma poco manca a Marcello Foa per diventare presidente della Rai. Per ora i berlusconiani nicchiano. Pare infatti che il buon cavalier Silvio si sia risentito per aver preso atto a cose fatte della candidatura Foa ideata dalla maggioranza di Governo Salvini-Di Maio. Mica è il figlio della serva! Ha dunque alzato la voce e la posta in zona Cesarini, molto probabilmente per vedere se entro mercoledì mattina riuscirà ad avere qualcosa in cambio. Questo sul fronte dei voti, che sono quelli che si contano e che permettono di essere o meno eletti. Sull’altro fronte – quello delle idee espresse dal dott. Foa in questi anni – sulla stampa italiana stanno venendo a galla le sue molteplici prese di posizione pubbliche (spesso via blog) che, radiografate una per una, spingono l’opposizione a dubitare (e non poco) sull’opportunità che una persona così schierata diventi presidente Rai. Esse vanno dai giudizi su dichiarazioni del capo dello Stato italiano Mattarella (accolte dal candidato con ‘disgusto’), alle sue posizioni sovraniste e pro Putin.
Aspetti, questi, che stanno emergendo e che dovrebbero essere valutati attentamente proprio perché parte dei politici si stanno chiedendo ‘Ma chi è ‘sto candidato sconosciuto ai più?’, e di conseguenza, ‘che potere eserciterà sulla Rai che gestisce un bene importantissimo quale l’informazione e più in generale la cultura?’ Un’informazione che, per rimanere credibile, deve fra l’altro tenere alla larga le fake news. Proprio quelle fake che in un’imbarazzante occasione Foa ha contribuito a creare in Ticino dalle colonne del suo Corriere, quando annunciò in un pezzullo in pagina di estero (era il 10 aprile 2017) che l’esercito americano – citiamo – ‘sta inviando in queste ore a 150mila riservisti delle lettere con un preavviso di mobilitazione. L’annuncio ufficiale del ministero della Difesa dovrebbe essere dato a breve, ma alcuni riservisti che hanno già ricevuto la missiva lo stanno raccontando ad amici e parenti…’. Lettere che, per quanto è dato sapere a noi poveri mortali, non sono ancora partite oggi! Ma, nonostante la ‘notizia bufala’, il prof. Foa (che amministrava un intero gruppo editoriale e che insegna agli studenti universitari l’arte del buon giornalismo) continuò ostinatamente a difenderla. E il Corriere ad arrossire.
Vediamo, come se la caverà la vicina Repubblica. Forza Italia!