In vista del voto

No a nuovi regali fiscali a chi non ne ha bisogno

6 maggio 2019
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Il prossimo 19 maggio i cittadini sono chiamati a votare su un pacchetto denominato riforma fiscale e finanziamento dell’Avs (Rffa). In realtà si tratta di pronunciarsi su tre grandi decisioni. La prima. La soppressione degli statuti speciali per le multinazionali. La Svizzera, sotto pressione internazionale e per evitare sanzioni, è tenuta ad abolire la concorrenza fiscale. Si tratta di una buona cosa, in quanto la situazione attuale è dannosa per un’equa imposizione. La seconda. Una diminuzione dell’imposizione per le tutte le aziende. Le nostre Autorità non hanno infatti voluto rinunciare a un sistema fiscale moto favorevole alle aziende. Terzo. Un contributo finanziario pari a 2 miliardi a favore dell’AVS. Sarebbe la parte “sociale” per favorire l’accettazione degli sgravi fiscali.

La grande maggioranza dei sindacati e tutti i sindacati ticinesi si oppongono alla Rffa per le seguenti ragioni.
1. Perché si tratta di una decisione antidemocratica. Infatti, la Rffa viola il principio dell’unità di materia. Obbliga i cittadini ad esprimersi con un solo voto su due questioni totalmente diverse, una riforma fiscale e l’Avs. Qualcuno ha definito questo modo di procedere un ricatto.
2. Provoca una diminuzione delle entrate fiscali che può raggiungere i cinque miliardi di franchi. Per compensare queste perdite i cantoni e i comuni saranno obbligati a ridurre la spesa ed è facile immaginare che le riduzioni colpiranno le prestazioni sociali, i salariati della funzione pubblica e di conseguenza il servizio pubblico. Non è un caso che tra coloro che hanno lanciato il referendum figura il Sindacato nazionale dei servizi pubblici (Vpod). Invece di ridurre le entrate, occorrerebbe ridurre ad esempio i premi della Cassa malati, sempre più insopportabile per molti cittadini.
3. Il regalo all’Avs è una bugia. Infatti, i due miliardi supplementari a favore dell’Avs non sono versati dalle imprese e nemmeno dai conti generali della Confederazione, alimentati da un’imposizione progressiva. Questo contributo è versato totalmente dai salariati e dai consumatori. È infatti previsto un aumento dei premi Avs prelevati sugli stipendi dello 0.3% e un contributo da parte dell’Iva, prelevata sui consumatori.
4. Concorrenza fiscale e bugie. La riduzione dell’imposizione fiscale per le aziende, sempre secondo i fautori della Rffa, sarebbe necessaria per evitare la concorrenza fiscale intercantonale. Si tratta di una bugia. La concorrenza fiscale non si combatte con la riduzione delle tasse, bensì con una legislazione adeguata che fissa per esempio un’imposizione minima. Il partito socialista ha proposto, invano, soluzioni in questo senso. In realtà la concorrenza fiscale è invocata soltanto per poter ridurre l’imposizione e mantenere i privilegi.
5. Le rendite Avs non verrebbero aumentate. Due anni fa i cittadini svizzeri hanno votato sull’iniziativa di sindacati e del partito socialista “Avsplus” che proponeva un aumento delle rendite del 10%. La maggior parte dei fautori della Rffa si sono battuti contro l’iniziativa con rara energia e con ogni argomento. La stessa fu quindi respinta. 6. L’età pensionabile non verrà modificata? I fautori della Rffa affermano che grazie a questa riforma l’età pensionabile per le donne non verrà modificata. Il consigliere federale Alin Berset ha invece annunciato, ancora recentemente, che l’aumento dell’età di pensionamento è inevitabile.

 La Rffa non è quindi accettabile. Per le modalità con cui è stata proposta. Per i suoi contenuti. E anche perché, ancora una volta, siamo confrontati con informazioni incomplete e inveritiere, perfino da parte del Consiglio federale.