Mentre l’ Oms (Organizzazione mondiale della sanità) consiglia di consumare giornalmente non più di 50 g di zucchero, quatti quatti gli svizzeri ne assumono in varie forme circa 110 g – più del doppio, ovvero una paletta di più di 36 Kg pro capite annualmente. Nel resto del mondo i comportamenti sono analoghi, basti pensare che la più famosa bibita dolce della terra viene consumata al ritmo di 10’000 bicchieri ogni secondo (!). Per consigliarci questa colossale bevanda spende 4 miliardi di dollari in pubblicità – tra l’altro sponsorizzati dagli stessi bevitori. Se lo fa con ogni probabilità lo reputa effettivo per influenzare le nostre scelte. Ciò significa d’altro canto che usando cifre analoghe per altri “consigli” si potrebbe probabilmente cambiare il comportamento di molti, a vantaggio della loro stessa salute senza che abbiano l’impressione di essere manipolati nella loro libertà di scelta. O perlomeno non più di quanto li “manipoli” la pubblicità della bibita... In effetti secondo l’Usav (Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria) “un consumo eccessivo di zucchero può essere dannoso per la salute: tra le altre cose, può causare sovrappeso e quindi aumentare il rischio di malattie cardiocircolatorie o di diabete di tipo 2, malattie legate a elevati costi sanitari”.
Intervistato da laRegione, un marziano con ogni probabilità si dichiarerebbe sorpreso da tale comportamento da parte dell’homo sapiens. Sarebbe però probabilmente empatico con noi perché vedrebbe che non ne siamo (ancora) consapevoli. E sicuramente ci incoraggerebbe al cambiamento.
Certo lo zucchero è piacevole; oltre a creare diverse alterazioni all’organismo ha infatti anche un effetto positivo: fa emettere la dopamina, sostanza che innesca nel cervello un senso di benessere. Noi infatti molto banalmente e spesso inconsciamente cerchiamo il piacere e quindi il meccanismo funziona. Il rovescio della medaglia – come detto – è un costo in termine di salute e non di rado quindi di dolore postumo notevole. Un’altra situazione del mondo d’oggi che richiederebbe consapevolezza e responsabilità per trovare un nuovo equilibrio. Sono personalmente intimamente convinto che il marziano di cui sopra ci direbbe: certo che ce la farete, cari homo (e donna) sapiens. E sarebbe empaticamente d’accordo di augurarci serene e dolci Feste lasciandoci posticipare il cambiamento – utile e necessario – ai propositi per l’imminente nuovo anno e – dal suo osservatorio su tutto il pianeta – aggiungerebbe credo anche l’augurio di un pizzico di dopamina nel sangue a tutti (e se ci pensi, però…).