Al prossimo voto federale sul potenziamento delle strade nazionali riflettiamo bene sugli sprechi evidenti di soldi. Anche se limitata a progetti oltre Gottardo un bel no del sovrano influisce sull’orientamento della Confederazione che finanzia i progetti in ogni cantone. Il voto del Consiglio nazionale è stato critico. Siamo intasati di cantieri ridondanti e discutibili anche qui in Ticino: rifacimenti continui di parapetti e tombini di sorta alti o bassi, sempre con interventi pesanti sul sedime stradale che in genere resta rugoso e malfatto, complicati snodi autostradali a Lugano nord o Bellinzona che non risolvono gli ingorghi di traffici che si intersecano e così via. A Cadro si è pesantemente ristretta la strada larga e comoda senza pensare a uno spazio ciclabile. Fu ottenuta con l’esproprio di terreni un tempo agricoli e l’eliminazione del nostro tram. E ora sarebbe sostenibile creare impedimenti ai mezzi pubblici, bloccare il passaggio di mezzi di soccorso o rendere lo sgombero della neve più difficoltoso? Il tram sarebbe stato una benedizione per il collegamento fra le due sponde del Cassarate, invece si vuole la solita costosa pista ciclabile per il divertimento degli sportivi motorizzati. In Canton Vallese l’autostrada fino a Briga mai finita, è costellata di scandali! Il dubbio è che questa politica assista le imprese, che contano sull’invenzione continua di nuovi progetti, lasciandoci in balia di cantieri infiniti. È ora di controllare bene l’uso dei soldi, la qualità, l’utilità e l’efficacia di questi lavori pubblici. Il traffico che cresce è causato proprio da questa economia di urbanizzazione: un circolo vizioso di soldi e gente che viene qui per costruire strade e poi case e lavorare nell’indotto come se ciò fosse qualcosa di virtuosamente produttivo.