Qualche giorno addietro è apparsa su questo quotidiano una dissertazione di una signora di Massagno, ove perorava la distribuzione dei costi sanitari sulla Svizzera intera per procedere poi al calcolo del premio unico per tutti i cittadini elvetici. Come non essere totalmente d’accordo in quanto il procedere citato emana dalla Costituzione federale sotto il principio “uno per tutti, tutti per uno”?
Ma chi si sogna di applicarlo? Forse, anzi sicuramente, i nostri lettori che, dalla loro/nostra posizione lontana dalla politica, sanno ancora usare il cervello per suggerire, chi più chi meno, possibili alternative alle strampalate e boccaccesche proposte per trovare il bandolo della matassa per quel che riguarda la cassa malati ed i suoi “premi”.
Ma non è questo il caso della consigliera di Stato della sinistra che propone ex novo la cassa malati unica, peraltro già invisa al Popolo, ed il calcolo dei relativi premi sulla base dei redditi! Ma è spaventoso cavalcare il solito mantra: colpire i ricchi! È altrettanto poco sensato creare una cassa unica, forse alla stregua di quante ne esistano ora i cui privilegi non si contano: incontrollate, padrone di spendere e spandere in salari, tantièmes e pubblicità!
Ancor più azzardata e fuori natura è la decisione del congresso socialista che vota l’acquisto di una casa farmaceutica per poi controllarne i costi e riempire il vuoto dei medicinali (alcuni salvavita). È talmente evidente l’improponibilità di questa suggestione; ma ormai dalla politica se n’è visto di peggio e ne vedremo ancora.
Ah, dimenticavo in aggiunta, l’ultima applicazione della “legge è uguale per tutti” va ascritta all’Iva applicata alla Dogana svizzera sugli acquisti fatti da dimoranti svizzeri in Italia: con l’app sul cellulare paghi l’8,1%, mentre allo sportello paghi solo il 2,6%!
Se questa è la Svizzera con questi politici, francamente mi dissocio.