Ho seguito con interesse il dibattito sugli aumenti dei premi delle casse malati. Io dirigo la Clinica Ematologica dell’Ospedale S. Gerardo di Monza e spesso vedo pazienti esteri in seconda opinione, soprattutto malati di Leucemia Mieloide Cronica (LMC), la malattia in cui sono più esperto, inclusi pazienti ticinesi e devo concludere che la loro gestione non è solo irragionevolmente costosa, ma è anche ben lontana dall’essere ottimale. Tre sono a mio giudizio i punti da affrontare:
1. Uso di farmaci “brand” anche quando sono disponibili da tempo i generici: nella LMC il farmaco più usato, imatinib, è diventato generico dal 2015, e costa ora 50-80 euro al mese. I pazienti ticinesi che ho visto utilizzavano ancora il farmaco “di marca” (Glivec) a un costo di 2’000-3’000 euro al mese; forse è un caso ma la ditta produttrice è svizzera.
2. Al contrario due pazienti mi hanno riferito che la loro cassa malati consentiva loro solo 3 monitoraggi della malattia (costo del test di circa 100 euro) all’anno, mentre l’ottimale è 4 e anche più in caso di discontinuazione dei farmaci.
3. I colleghi ematologi ticinesi sono spesso costretti ad essere dei “tuttologi”, per mancanza di una popolazione sufficiente di pazienti; ad esempio in tutto il canton Ticino i pazienti con LMC non arrivano a 80 e non sono seguiti tutti dallo stesso centro, mentre nel mio ambulatorio sono più di 350. Se in Svizzera si seguisse la gestione come in Lombardia, in tutto il paese ci dovrebbero essere al massimo 20 centri per trattare in modo ottimale questa malattia, ma ahimè il numero di cantoni è molto superiore.
In conclusione penso non sia difficile ridurre i costi mantenendo alta la qualità o addirittura migliorandola.