Gli Ebrei biblici si stabilirono in Palestina circa 3’000 anni or sono scalzando brutalmente i Cananei che vi vivevano da millenni. In contemporanea arrivarono pure i Filistei e i Fenici. La permanenza degli Ebrei non fu continua e le varie vicende storiche li obbligarono poi a convertirsi alle altre religioni fino praticamente a oggi, tant’è che i discendenti di questi antichi Ebrei biblici sono i Palestinesi e gli Ebrei mediorientali Mizrawi. La maggior parte degli Ebrei moderni discende da persone soprattutto europee e nordafricane che si sono convertite alla religione ebraica nel corso dei secoli e che dunque non hanno niente in comune con la Palestina. Tra l’altro Shlomo Sand ha dimostrato che non esiste un popolo ebraico. Gli Ebrei sono stati perseguitati come lo furono tanti altri gruppi etnici e religiosi, in particolare l’Olocausto non colpì solo gli Ebrei ma anche altri gruppi. Comunque i fatti storici e la persecuzione nazifascista non concedono agli Ebrei alcun diritto sulla Palestina, tanto più che l’invasione moderna della Palestina da parte dei sionisti (classico caso di colonialismo di insediamento di stampo ottocentesco) è iniziata ben prima della persecuzione nazifascista. Lo Stato di Israele non fu fondato con la risoluzione 181 dell’Onu bensì con l’accordo tra i sionisti e Abdullah I di Transgiordania del 17 novembre 1947 e successiva violenta cacciata dei Palestinesi da parte dei sionisti. Dal 1948 a oggi la pulizia etnica della Palestina (Ilan Pappe) da parte dei sionisti, oggi israeliani, non si è mai fermata fino alla situazione tragica della Striscia di Gaza che vediamo quotidianamente in Tv. Fanno bene i filopalestinesi a protestare contro i brutali metodi degli israeliani: ovviamente qualcuno non ha ancora imparato che bisogna vivere e lasciar vivere.