Il Ps svizzero nel periodo 2022/23 ha ottenuto buoni risultati elettorali. Non così per quello ticinese. Le tre votazioni (cantonali, federali, comunali), hanno partorito risultati poco brillanti se non deludenti. Come mai?
A mio parere tutto è iniziato con la famosa lista per il CdS dell’aprile 2023. La direzione del Ps, l’ha definita ristretta, altri bloccata, per la sua particolare composizione, in coabitazione paritaria con i Verdi e un rappresentante della società civile. La famosa alleanza strategica avrebbe dovuto essere la grande novità delle votazioni cantonali con aumento di consensi. Sappiamo tutti come è andata a finire. Quella lista così concepita di due soli candidati per il Ps di cui uno riservato a un giovane del Giso ha creato un forte conflitto interno al partito. In particolare la candidata dei moderati (Amalia Mirante) per figurare sulla lista del CdS avrebbe dovuto superare l’altra candidata “forte” (Marina Carobbio) proposta dalla direzione del partito e dalla conferenza cantonale del 7.9.22 da un congresso i cui 2/3 (appunto) sono di area centro-sinistra.
Questo modo di escludere dal voto popolare (giudice supremo), con relativa mobilitazione della sinistra, la candidata (subentrante al Consiglio di Stato) non è stato apprezzato dai socialdemocratici moderati che hanno votato massicciamente per il nuovo movimento Avanti, nato dopo il congresso. Indebolendo così il Partito socialista, che ha già perso compagni alla sua sinistra (Forum alternativo) e oggi anche alla sua destra. Un lusso che non possiamo permetterci.
Le discussioni, i confronti ma anche i contrasti e i conflitti sono alla base di ogni partito e non bisogna vergognarsi mai di accettare anche compromessi, se si vuole crescere. Il prossimo congresso del mese di giugno non sia una semplice passerella per il rinnovo delle cariche ma l’occasione, da parte della intellighenzia del Ps che per anni ha dato lustro al partito, di indicare prospettive concrete per rilanciare lo stesso e ricucire il più possibile tutti questi strappi che hanno danneggiato e indebolito la socialdemocrazia ticinese. Proprio in questo momento di crisi economica, sono necessari discorsi forti e compattezza a difesa dei più deboli.