Il mancato introito dalla Banca Nazionale ha accentuato la cattiva salute delle finanze cantonali. Subito si ritorna alla carica dicendo che le spese dello Stato sono troppo alte, dimenticando che se siamo arrivati a questo punto non è a causa delle spese, ma degli sgravi fiscali che non hanno certo aiutato i redditi bassi e medi. Da troppo tempo, quando i conti dello Stato chiudono anche di poco in nero, si chiedono riduzioni fiscali che fanno risparmiare qualche decina di franchi a chi ha un reddito medio o medio-alto, niente a chi ha redditi bassi, ma molto a chi ha redditi molto alti. Naturalmente l’effetto sulle finanze cantonali non tarda a farsi sentire: si ricade velocemente nelle cifre rosse e, per risanare la situazione, si pretende una riduzione delle spese sulle spalle dei più deboli. Questo circolo vizioso, oltre a peggiorare costantemente la situazione dei più deboli e migliorare quella dei più ricchi, impedisce allo Stato di svolgere i suoi compiti, come investire in modo anticiclico nei periodi di crisi. Non sarebbe ora di considerare la possibilità di far marcia indietro su alcuni sgravi fiscali (almeno temporaneamente) quando ci si trova in situazioni come quella attuale, invece di chiamare ancora alla cassa i più poveri?