Il testo di Andrea Censi che laRegione ha ospitato nel numero del 21 ottobre (“Sì al Pse, no ai campi di patate”) contiene almeno un paio di affermazioni discutibili. Il Censi scrive che “... Il Pse è avversato da un comitato composto da un manipolo di rappresentanti...” e poi elenca i partiti e movimenti che sono contrari al progetto. Dimentica che il referendum che chiede di far decidere ai cittadini se realizzare o meno quel progetto è stato firmato da più di 5’000 abitanti della Città di Lugano, che hanno fatto capo a un diritto riconosciuto dalla Costituzione e regolato da leggi dello Stato. Inoltre: il Censi colloca chi prende posizione contro questo progetto per un Pse in una “Armata Brancaleone” composta da “politici e politicanti che non hanno mai concluso o provato a concludere qualcosa di positivo per il Cantone...”. Mi scuso con gli altri membri del Comitato per il no se non cito i loro nomi, ma vorrei invitare l’onorevole Censi a essere un po’ più prudente. Sono un vecchio elettore socialista, spesso non ho condiviso le sue opinioni, ma affermare che Fulvio Pelli non abbia mai contribuito a concludere qualcosa di positivo per il Cantone mi pare, a dir poco, temerario. Una medesima tracotanza la noto se penso a Martino Rossi, persona di grande preparazione, appassionato consigliere comunale luganese per più legislature e stimato anche da persone che si collocano in altri partiti.