Su laRegione di mercoledì 2 ottobre Piero Marchesi, ispirato da uno scritto di David Zuberbühler, ritorna sulla richiesta del suo partito d’interrompere i contributi all’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi in Medio Oriente. La recente uccisione in Libano di un presunto comandante di Hamas, già docente dell’Unrwa in Libano e presidente dell’associazione dei docenti, ha risollevato il problema delle infiltrazioni di Hamas nell’Agenzia dell’Onu. La prima misura proposta da Marchesi per ovviare a questa situazione consiste nel chiedere la testa del direttore dell’Unrwa Philippe Lazzarini, reo di non essere a conoscenza della doppia vita di uno dei suoi 30’000 dipendenti. Palesemente, se uno è comandante di un’organizzazione terroristica non andrà a dirlo al suo datore di lavoro che è direttore di un’organizzazione umanitaria. Proprio per evitare infiltrazioni di terroristi, l’Unrwa consegna annualmente la lista dei propri dipendenti allo Stato d’Israele. Ed è grazie alle prove fornite dai servizi segreti israeliani che il docente in questione, nel mese di marzo, è stato sospeso dalle proprie funzioni per avere manifestato pubblicamente il proprio giubilo a seguito delle atrocità del 7 ottobre. Secondo la ex ministra degli Affari esteri francese – chiamata a presiedere una commissione d’inchiesta sulla neutralità dell’Unrwa assieme all’istituto svedese Raoul Wallenberg, all’Istituto Cmi norvegese, e quello danese dei Diritti Umani – Israele non avrebbe mai fornito alcuna prova della partecipazione di impiegati dell’Unrwa in azioni terroristiche. Pur evidenziando alcune lacune organizzative, il rapporto di questa commissione “assolve” l’agenzia e il suo operato, definendola “insostituibile e indispensabile allo sviluppo umano ed economico della Palestina”. Israele è evidentemente molto attivo nel tentativo di discreditare le Nazioni Unite, basti pensare che il suo primo ministro ha definito l’Onu “una palude di bile antisemita” e chiamato “una buffonata” le 174 condanne che il suo Stato ha ricevuto dal 2014 ad oggi. Una tattica per fare dimenticare la risoluzione Onu 194 del 1948 che sancisce il diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi e che turba ancora i sonni dei sionisti. Anche l’Ong svizzera Un Watch si dà molto da fare nel pubblicare materiale avente lo scopo di discreditare l’Onu: la leggenda dei libri di testo che glorificano i terroristi e incitano alla violenza proviene da questa o da una delle molte Ong simili. Specialmente a Gaza, non è necessario istigare la gente al terrorismo: bastano e avanzano i 76 anni di occupazione e soprusi nell’indifferenza della comunità internazionale, la segregazione vissuta dal 2007 in una prigione a cielo aperto in cui cadono bombe, e soprattutto la mancanza di una minima speranza che la situazione possa migliorare. L’interruzione dei contributi all’Unrwa non farà che esacerbare una situazione disperata scaturita dall’odio cresciuto in menti folli. Odio che si sta espandendo.