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Le identità di genere e lo stato civile

La Commissione per l’educazione affettiva e sessuale nella scuola (Ceas) è stata istituita il 3 ottobre 2019 con lo scopo di garantire la messa in atto delle Raccomandazioni operative per l’educazione sessuale a scuola del 2016. Il 22 maggio al Cpt di Trevano la commissione ha indetto un corso dal titolo "identità di genere e orientamento sessuale nella pratica: workshop e confronto su esempi di situazioni concrete".

La formazione è stata animata da Marco Coppola e Isabel Londoño, entrambi operatori di Zonaprotetta un’associazione che si occupa di salute sessuale e prevenzione delle Infezioni sessualmente trasmissibili della popolazione e delle persone più esposte a rischi di discriminazione (omosessuali, sex workers e persone con Hiv).

Alessandro Speziali, presidente del Plrt con i cofirmatari Diana Tenconi, Aron Piezzi, Tiziano Zanetti e Paolo Ortelli hanno scritto al Consiglio di Stato una lettera con dieci domande che riguardano il genere, il sesso e il binarismo. Nella missiva si chiede al CdS se i docenti hanno una formazione in antropologia culturale o materie affini e se è la scuola dell’obbligo a dover trasmettere contenuti così complessi. Chiede infine al Governo, nascondendo a fatica l’ironia, se può fornire una definizione di “non binario”.

È ovvio che il sospetto dei postulanti riguardi, nella loro interrogazione, approcci “ideologicamente orientati”. Suscita infatti più di una perplessità che un ente come Zonaprotetta, fondato per la prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili, includa nel suo ambito di competenza, con il rischio di marchiarla, la nuova categoria, seppur effimera, dei “non binari”. In questo gruppo si intendono tutte quelle identità di genere che non ricadono nelle categorie tipicamente adottate della cultura occidentale che considera il genere diviso tra due distinte polarità: uomo o donna..

Che fare per affrontare con successo queste inquietudini? La mia legittimazione a parlare di stato civile è il fatto d’essere stato, per trentatré anni, ufficiale di stato civile della Città di Locarno e per dieci anni, chiamato personalmente da Kurt Furgler, a far parte della Commissione federale di stato civile. Perciò, a mio modesto parere, ritengo urgente riproporre la riflessione sulla “nuova”configurazione del genere, sulla sessualità e sulle conseguenze etiche e morali dei futuri cambiamenti. Oggi è difficile giustificare l’attenzione prestata al manifestarsi improvvisamente di un nuovo sesso non binario, motivato da episodi e prove prive, perché esclusivamente culturali, di ogni rilevanza scientifica. Ritengo quindi illegittima la determinazione ufficiale di un terzo sesso e il ricorso a certificazioni da documentare con atti ufficiali di stato civile. Siamo già stati indottrinati dal matrimonio “per tutti” che ha comportato una manipolazione infondata del significato secolare di lemmi conseguente a una riduzione banale e scadente della percezione degli atti importanti della vita umana con una certificazione pubblica sempre più frivola dei fatti di stato civile. Ciò che ieri, in senso laico, erano “sacri” e inviolabili, come ad esempio i concetti esclusivi di madre e padre o di figlio e figlia, oggi sono frammentati e assegnati seguendo stravaganze bizzarre e lo sfizio del momento. I titoli di genitrice e genitore, così come quelli di figlio e di figlia, sono assegnati in modo illegittimo a persone estranee alla procreazione effettiva. Con la risultante falsificazione amministrativa di atti pubblici si produce, invece che chiarezza, una assurda confusione così che in futuro sarà impossibile certificare con precisione la storia dell’origine della singola persona e del suo tangibile lignaggio.

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