laR+ I dibattiti

Non sempre il semplice è il sigillo del vero

Con la votazione del 9 giugno, si deciderà se concedere una riduzione del 20% dell'aliquota fiscale per i redditi imponibili superiori a 400’000 franchi. L’obiettivo è trattenere e attirare persone benestanti. I principali beneficiari sarebbero coloro con redditi superiori a un milione di franchi.

Recentemente, si sono lette diverse opinioni che fanno riferimento a uno studio del Centro competenze tributarie e giuridiche della Supsi, in cui venivano comparate le aliquote massime applicate dai vari Cantoni (le aliquote, cioè, applicate alla categoria di reddito più elevata). È comparando questa aliquota, e solo questa, che il Ticino risulta trovarsi al ventiduesimo posto. Non si tratta quindi, come invece maldestramente riportato in alcuni scritti, di una posizione generica del Ticino rispetto all’imposizione fiscale complessiva. Questa analisi richiederebbe ben altre, complesse, elaborazioni. Cerchiamo di approfondire.

Innanzitutto, le soglie di reddito per le aliquote marginali massime variano tra i cantoni. Ad esempio, il Canton Zugo impone un'aliquota dell'8% sui redditi oltre 140’000 franchi, Ginevra applica il 19% per redditi superiori a 628’637 franchi, e il Ticino il 15,076% per redditi sopra 400’000 franchi. Ma è lecito confrontare aliquote marginali massime applicate a categorie di reddito diverse?

In seguito, nel caso del Cantone Ticino, chi guadagna 1 milione di franchi paga 141'454 franchi di imposta (il 14,15% del reddito imponibile), mentre chi guadagna 500’000 franchi ne paga 66'074 (13,21%) e chi guadagna 400’000 franchi ne paga 50'998 (12,75%). Questo è il principio della progressività: all’aumentare della base imponibile, aumenta l’aliquota applicata. Alle imposte cantonali si aggiungono le imposte comunali e quelle federali che seguono lo stesso principio. Le somme così riscosse serviranno a finanziare servizi e prestazioni per la popolazione, come scuole, istituti per invalidi e la manutenzione delle strade. Con la riforma fiscale la progressività viene interrotta, col rischio che si trasformi in regressività.

Occorre inoltre considerare che i Cantoni applicano altre imposte e tasse e offrono deduzioni che influenzano il carico fiscale complessivo. Il Ticino, ad esempio, offre molte deduzioni, favorendo già i redditi più alti, proprio in virtù della progressività delle imposte. In altre parole, a parità di reddito lordo di partenza, si può ottenere un reddito imponibile più basso, che potrebbe rientrare in una categoria di reddito con una tassazione inferiore. Per un confronto accurato tra Cantoni, bisognerebbe considerare l’intera struttura fiscale, comprese tutte le imposte e le tasse applicabili, le deduzioni oltre che i servizi e le prestazioni che fornisce il Cantone. Pertanto, senza ulteriori elementi oltre alle aliquote marginali dell’imposta sul reddito, non è sensato determinare in modo definitivo quale Cantone sia fiscalmente più penalizzante o generoso nei confronti dei contribuenti ricchi.

La competitività fiscale è solo uno dei molti fattori da considerare. Cantoni come Zurigo e Ginevra dimostrano che investimenti in servizi pubblici di qualità e infrastrutture solide possono compensare aliquote fiscali più alte, rendendo questi cantoni attraenti nonostante la tassazione elevata.

Secondo i dati dell’Amministrazione federale delle contribuzioni, come peraltro richiamato da Ivo Durisch nel suo bel contributo pubblicato su laRegione del 3 maggio 2024, nel periodo dal 2003 al 2020, in Canton Ticino il numero di contribuenti con patrimoni superiori a 5 milioni di franchi è aumentato significativamente, passando da 359 a 2’229, superando ogni altro cantone, anche quelli con politiche fiscali generose. Questo dato smentisce l’idea che solo l’attrattività fiscale attiri i ricchi, suggerendo che la riforma fiscale possa mirare a favorire i ricchi già residenti, come più volte richiamato da Daniel Ritzer.

Affidare la politica economica alla sola competitività fiscale è riduttivo. È necessario un approccio equilibrato che consideri equità e sviluppo sostenibile per garantire una crescita inclusiva per tutti i cittadini.