I dibattiti

Lupi in Capriasca, gli agricoltori lasciano

Il capriolo sbranato nei giorni scorsi sulla strada che sale ai Monti di Torricella
(Fb)

L’autorità federale ha deciso finalmente che sul tema lupo la situazione è grave e si devono intraprendere misure di gestione. Il Dipartimento del territorio ha percepito la gravità del problema per l’agricoltura e anche per gli insediamenti, soprattutto in certe zone come Val Colla e Valli di Isone. In queste zone l’agricoltura è difficile, i terreni magri, le montagne aride. Ci siamo dati da fare, in passato, a livello regionale, per mantenere e potenziare l’agricoltura di montagna, cercando di farla ripartire, poiché dopo gli anni 60 del secolo scorso il territorio era stato abbandonato. Quindi sforzi, progetti, investimenti. Ora gli alpi funzionano tutti bene, molti giovani agricoltori gestiscono il territorio, hanno creato infrastrutture e investito tanto.

Poi è arrivato il lupo. Per farla breve, l’agricoltura qui va tradizionalmente soprattutto con le capre (Capriasca…), che producono ottimi prodotti biologici e gestiscono bene il territorio. Ma ora la situazione è compromessa: solo questa stagione alpestre (da giugno a ottobre), sugli alpi del comprensorio, sono stati mangiati dai lupi ca. 90 animali, in prevalenza caprette: a Pietrarossa, Caneggio, Rompiago, ma anche Davrosio e altri. Ma nessuno lo dice, se ne parla solo tra agricoltori e finisce lì. Insomma, è una strage di animali domestici, oltre ovviamente ai piccoli mammiferi selvatici. Il territorio è densamente abitato e frequentato, l’unico agricoltore (Rompiago) che aveva veri cani antilupo ha avuto problemi a non finire con i conflitti cani-ciclisti, cani-escursionisti, e ora ha gettato la spugna e rinuncia all’attività agricola, troppi i problemi, troppi i conflitti, inoltre troppe le capre divorate nonostante i cani.

Gli altri agricoltori reclamano, mugugnano, pochi o nulli i risarcimenti: devono chiamare i veterinari (costosi), cercare e trovare sulle montagne i resti delle bestie divorate, far fare le prove del Dna, poi eventualmente è colpa della volpe, e comunque le misure di protezione sono insufficienti, se ti danno qualcosa sono pochi spiccioli. Quindi tieni il danno, reclami e basta. Con animali di valore, a cui sei affezionato, tanti anche di pro specie rara. Succede che il lupo deve mangiare molta carne ogni giorno, trova facilmente tanti topi, poi volpi, ricci, gatti, tassi, cerbiatti, piccoli di camoscio e cervo (molte le mamme di capriolo e camoscio oramai senza piccoli). Ma gli ungulati adulti è più difficile prenderli; nonostante le centinaia di cervi presenti in zona, corrono come il vento, velocissimi giù verso gli insediamenti, dove capiscono che il lupo ha paura, e gli sfuggono.

Poi in verità il lupo è anche un po’ pigro, e quindi trova e uccide facilmente le capre (e pecore). Ma attenzione, anche i cani sono un suo target; avvicinandosi ai villaggi per seguire le prede, facilmente può interessarsi ai cani, pensiamo per esempio alle frazioni di Gola di Lago, ma anche ad altri villaggi con numerosi avvistamenti (il lupo segue volentieri le strade). Il nostro territorio è molto frequentato e abitato, e l’incidente è dietro l’angolo. A Gola di Lago lupi che si riposano nel giardino di una casa, a Campestro lupi che inseguono cervi fra le case, sempre a Gola di Lago lupi che attaccano il gregge di capre di Davrosio, nonostante la presenza del pastore a due passi…

Insomma, è una situazione difficile, l’autorità finalmente si sta dando una mossa; non possiamo disprezzare così l’attività degli agricoltori sul nostro territorio, mettere in pericolo gli animali domestici, e rischiare l’incidente con gli umani. Dobbiamo darci da fare, per gestire la situazione in modo pratico, come in Grigioni e Vallese. Molti sindaci conoscono bene il problema, penso soprattutto alla Capriasca e Vedeggio, e dovrebbero intervenire facendo pressione presso le autorità cantonali e federali. Infatti, a parere degli operatori sul terreno, le misure che il Cantone presenta a Berna sono troppo blande e la prossima stagione alpestre il problema si ripresenterà con la stessa virulenza. Agricoltori e la popolazione che frequenta il territorio (la gente ora è assai intimorita), saranno grati per misure incisive e non solo di facciata.