I dibattiti

Ail Sa, ‘dopo lo sponsoring, gli investimenti immobiliari’

Matteo Poretti, membro dell’Mps luganese

La questione dell’esplosione delle tariffe elettriche e del gas decise dalle Aziende Industriali di Lugano Sa (Ail Sa) non cessa di arricchirsi di nuovi elementi che dovrebbero alimentare il dibattito politico sulla gestione e sulle finalità di un’azienda che è completamente di proprietà pubblica. Come è ormai risaputo, a fronte di tariffe in continua e forte crescita, il Municipio e il Consiglio comunale di Lugano rifiutano qualsiasi intervento per bloccare questa dinamica, tantomeno la nostra proposta di una moratoria di tre anni, continuando a scaricare gli aumenti tariffari sugli utenti, vittime sacrificali di un monopolio privato che non permette loro alternative.

Non ci sono soldi o, meglio, non c’è la volontà politica d’intervenire per una riduzione delle tariffe; però le Ail Sa, notizia fresca, hanno deciso di dare il proprio nome al futuro stadio del Pse per almeno cinque anni. L’esborso per questa operazione pubblicitaria è naturalmente tenuto segreto. Si vocifera che all’anno la somma possa aggirarsi sui 700’000 franchi. Sarebbe almeno rispettoso nei confronti dei 115’000 clienti delle Ail Sa, che hanno subito un aumento del 47% dal 2022 al 2024, conoscere l’importo di questo “contributo forzoso”, da loro finanziato.

Un’altra “nuova” attività delle Ail Sa dovrebbe essere oggetto di un’ampia discussione, soprattutto in questo contesto particolare. Infatti, negli scorsi mesi le Ail Sa, in associazione con la Res Building, hanno presentato il progetto d’investimento immobiliare relativo al quartiere B1a all’interno del Nuovo Quartiere Cornaredo a Lugano, un grosso progetto immobiliare. Le Ail Sa sono proprietarie dei 2/3 della superficie sulla quale sarà realizzato il progetto. E parteciperanno al finanziamento dello stesso. In un’intervista recente, il Ceo “socialista” delle Ail Sa Andrea Prati affermava tranquillamente che «nei nostri scopi sociali non vi è quello di investire nell’immobiliare se non per le necessità operative dell’azienda. Il nostro obiettivo è di valorizzare al meglio queste proprietà e permettere a questo comparto di decollare» (Corriere del Ticino 13.10.2022).

Pochi dubbi, dunque, che il progetto finanziato dalle Ail Sa sarà un puro investimento immobiliare a scopo di lucro, senza nessuna correlazione diretta o indiretta con le “necessità operative” dell’azienda. Certo, lo statuto dell’azienda le permette di “acquistare, possedere e gestire partecipazioni in imprese energetiche, immobiliari, commerciali e industriali”; ma questo solo se tali attività rientrano nello “scopo” della società. E lo stesso statuto indica, all’art. 2, gli “scopi” della società, che sono così definiti: “La società ha per oggetto la produzione, la trasformazione, il trasporto, la distribuzione, lo stoccaggio e il commercio di energia, acqua potabile e industriale e materie prime destinate alla produzione di energia”.

Ora appare evidente che un progetto immobiliare come quello descritto non abbia nulla a che vedere con la realizzazione degli “scopi” delle Ail Sa, tantomeno con le “necessità operative dell’azienda”. Davanti a questa manifesta infrazione degli scopi sociali, la proprietà lascia correre, permettendo che una parte consistente del patrimonio aziendale, più o meno mimetizzata contabilmente, sia investita nell’ennesima operazione immobiliare in una città con uno dei tassi di sfitto più elevato della Svizzera. Però i soldi per abbassare le tariffe e, quindi, per preservare il potere di acquisto di migliaia di economie domestiche non ci sono.

Questo nuovo esempio illustra perfettamente come le Ail Sa agiscano ormai come vera e propria società privata votata alla ricerca del massimo profitto, seppellendo ormai definitivamente quella che dovrebbe essere la loro missione principale: mettere a disposizione un bene di prima necessità come l’energia elettrica al prezzo socialmente più conveniente possibile per l’utenza. Ricordiamoci però che la proprietà strategica delle Ail Sa è nelle mani delle autorità politiche cittadine, non del capitale privato.