laR+ I dibattiti

Agenda scolastica: quando l’on. Buffi diede il suo ok

1 settembre 2023
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Questa polemica sul diario scolastico mi ricorda una diatriba di anni fa, quando mi occupavo della maggior parte dei testi del diario scolastico, per inciso, uno strumento efficace di promozione del benessere e di prevenzione che ci invidiano i cantoni d'Oltralpe.

Lavoravo per Radix e avevo tradotto e adattato due pagine sulla prevenzione degli abusi da opuscoli della Svizzera interna. Quando, per il terzo anno consecutivo questo breve testo non aveva superato la “censura” del Dipartimento dell’istruzione, ho bussato letteralmente alla porta dell’allora Consigliere di Stato on. Buffi per esporgli la mia preoccupazione. A quei tempi non si parlava ancora pubblicamente di abusi sessuali e dei maltrattamenti su minori. Il Consigliere di Stato era perplesso, ma poi ha dato il via libera e queste pagine furono incluse nel diario.

A metà agosto dello stesso anno, il 1996, scoppiò il terribile “affaire Dutroux”, un pedofilo seriale, che per anni, in Belgio, aveva violentato, sequestrato e lasciato morire per inedia le sue vittime. Anche la stampa nostrana gli diede ampio risalto. Cosa fu chiesto al Dipartimento dell’istruzione? Cosa fa la scuola nel campo della prevenzione? Risposta: la scuola è preparata e nel diario scolastico ci sono due pagine sul tema! Il diario era fresco di stampa! In seguito, Radix e il Dipartimento delle opere sociali concepirono e realizzarono la prima campagna di prevenzione “rompiamo il silenzio”.

Ogni anno, nei diari scolastici, vengono anche affrontate realtà che non erano presenti in passato: il multiculturalismo, l’ecoansia, il cyberbullismo a scuola o nei contesti sportivi, il fenomeno degli influencer, i revenge porno... ciò perché occorre incoraggiare i ragazzi a parlare e non lasciarli soli nel disagio, nella sofferenza o con un senso di impotenza di fronte a pregiudizi.

I dibattiti vanno bene, ma non devono essere strumentalizzati politicamente. Anche se certi temi personalmente non ci piacciono, lasciamo lavorare in pace e magari sosteniamo le persone che hanno a cuore il benessere dei ragazzi e che, dai loro osservatori, riescono a cogliere i cambiamenti sottili che avvengono nella società e che cercano di accennare “delicatamente” a queste nuove tematiche sociali.