È raro che la politica consideri il bisogno di svago dei giovani come una priorità, anzi comunemente si sente il discorso opposto, cioè che i giovani d’oggi si svaghino troppo. In realtà crescere nella società degli ultimi dieci anni porta con sé notevoli sfide per la salute mentale. Oltre alle quarantene e al distacco sociale dovuti alla recente pandemia, si è sempre esposti allo sguardo del pubblico come una piccola celebrità attraverso i social, ci si sente costantemente giudicati e al contempo mai totalmente felici perché esposti tutti i giorni all’immagine costruita ad hoc della vita idealizzata di tutti i nostri conoscenti. Diventando grandi con un’informazione globalizzata, fin da giovanissimi siamo stati esposti a tutti gli avvenimenti negativi che accadono nel mondo, con tutta l’ansia che il peso di questa maggiore consapevolezza può comportare. La solitudine e la difficoltà nel creare e mantenere i rapporti sociali sono pure sempre più endemici nelle nuove generazioni. Si sa che il Ticino in generale e il Mendrisiotto in questo caso abbiano ampio margine di miglioramento per quanto concerne l’offerta di spazi aggregativi per i giovani in cui passare il tempo libero e creare rapporti duraturi. Per questo, è triste vedere che quando il Municipio di Mendrisio ha preso la lodevole iniziativa di ascoltarli e dargli quello che desiderano e di cui hanno bisogno, si è sentito il bisogno di rallentarla e provare a fermarla. Nessun progetto è mai totalmente perfetto, ci potrebbe potenzialmente essere sempre un posto o un momento migliore in cui costruire, nel frattempo adolescenti che avrebbero potuto vivere bei momenti saranno costretti a casa, dove i loro genitori che hanno firmato il referendum si lamenteranno che “stanno sempre al cellulare”.