Sono allarmanti le recenti notizie climatiche: in Spagna, dove tre quarti del territorio sono a rischio desertificazione, negli ultimi mesi diversi agricoltori della regione a est di Malaga sono stati arrestati perché accusati di aver pompato acqua da pozzi illegali; in Vietnam è stata da poco rilevata la temperatura più alta mai registrata: 44,1 gradi; l’inverno europeo parco di precipitazioni sta creando problemi nei Pirenei orientali, dove è stata diramata un’allerta siccità; negli stati canadesi di British Columbia e Alberta nel mese di maggio le temperature, superiori di 10-15 gradi rispetto alla norma, hanno provocato diversi incendi, mentre il nord-ovest degli Stati Uniti è stato investito da inconsuete ondate di calore; in contemporanea, alluvioni hanno colpito l’Emilia-Romagna e il Golfo del Messico. Il surriscaldamento del nostro pianeta, diventato una realtà tangibile, è un problema tanto complesso – e che tocca ogni possibile attività umana in un aggrovigliato concatenarsi di interdipendenze – che risulta di difficilissima risoluzione. L’umanità tende dunque a fare ciò che per natura fa in questi casi: sminuire, rimandare, mettere toppe qua e là oppure negare, affermando che “il clima terrestre è sempre stato suscettibile di cambiamenti”.
Se da un lato distruggiamo habitat per creare monoculture, bruciamo idrocarburi e consumiamo beni e merci in eccesso, dall’altro corriamo frenetici ai ripari con l’eolico, il fotovoltaico, la mobilità elettrica (che comunque a modo suo inquina) o il movimento vegano. La buona volontà non manca, ma se non viene annullata dall’indifferenza o dall'avidità, può cozzare contro la burocrazia, l’eccessiva cautela e/o una diversa concezione di ambientalismo. Proprio ciò che sta succedendo in questi giorni in Vallese, dove il progetto della megacentrale fotovoltaica ideata da Peter Bodenmann, ex presidente del Ps, è stato massicciamente ridimensionato: invece dei cinque chilometri quadrati iniziali ne misurerà solo uno. Bodenmann, il visionario, è deluso. Raoul Albrecht, responsabile dell’azienda elettrica vallesana Fmv, parla invece di “decisione ragionevole”, che permetterà di assicurarsi consensi e fondi federali. Inizialmente la popolazione del comune interessato, che presto dovrà votare, era entusiasta, ma dopo aver compreso che i lavori avrebbero deturpato il paesaggio, è diventata scettica. Bodenmann afferma che i parchi solari rappresentano il futuro, ma che per realizzarli ci vogliono compromessi politici, come la rinuncia alle centrali idroelettriche. Un cambio di mentalità, insomma.
Una presa di coscienza che nella divertente commedia satirica hollywoodiana del 2021 sull’Apocalisse, ‘Don’t Look Up’, non avviene. Nella pellicola la cometa che distruggerà la Terra non viene bloccata perché si perde tempo tentando di sfruttarla per arricchirsi e intanto si manipola l’opinione pubblica, si ignora, si fanno battute, si polemizza. Alla fine l’umanità si estingue.