LaRegione di venerdì 2 giugno 2023 si apriva con l’editoriale del suo direttore Daniel Ritzer, intitolato “Di crociate, fregature e contesto”. La sua tesi, basata sui numeri e quindi razionale, sostiene che non vale la pena mobilitarsi – in questo caso contro la deduzione fiscale di 1’200 franchi per i premi di cassa malati di ogni figlio a carico – se non si hanno i numeri per vincere, se non si riesce a mobilitare un numero sufficiente di cittadini, se il contesto non è favorevole – in questo caso per l’egoismo e l’avidità della maggioranza della popolazione “che vota prima con la tasca, poi con la testa”.
Sempre in prima pagina si apriva il contributo di Andrea Ghiringhelli, storico e già direttore dell’Archivio di Stato, voce che non si stanca di indicare l’urgenza di un’assunzione di responsabilità da parte di tutti i cittadini, di richiamare ai doveri civici, di segnalare che la nostra democrazia è in pericolo soprattutto a causa dell’astensionismo e della rinuncia da parte di troppi a sentirsi membri attivi di una comunità. Il titolo del suo intervento, “Senza la Politica”, con la P maiuscola, è un grido di allarme. Propri dello Stato di diritto, spiega, sono la ricerca del bene comune, l’attenzione ai diritti di tutti i cittadini, la condivisione del bene collettivo.
Della deduzione fiscale di 1’200 franchi per ogni figlio a carico beneficeranno solo i contribuenti molto o piuttosto benestanti, e la modifica della Legge tributaria priverà lo Stato di diversi milioni necessari ad attenuare le differenze tra cittadini abbienti e cittadini – e sono molti, bambini, giovani adulti, anziani – in gravi difficoltà economiche, messi in ginocchio anche senza loro responsabilità. Come non comprendere che è davvero giunto il momento di ricordare e applicare il preambolo della Costituzione svizzera che recita: “Il benessere di un popolo si misura dal benessere dei suoi cittadini più deboli”?
Fa bene a mobilitarsi la sinistra, fa bene a cercare di aprire gli occhi, il cuore e il portamonete a favore di chi deve sobbarcarsi spese necessarie alle quali con angoscia non riesce a far fronte. Fa bene, è suo dovere, è il suo compito, cercare di invertire, almeno di poco, la rotta del cieco egoismo, dell’individualismo, dell’indifferenza che perdurano malgrado tutti i tragici segnali che ci piovono addosso. Votiamo no a una modifica della Legge tributaria che priverà lo Stato di risorse necessarie alla giustizia sociale.