La critica è funzionale alla democrazia e la Svizzera non sarebbe quella che è se non potessimo far uso del diritto di critica e anche di opposizione, grazie allo strumento del referendum. Il nostro è però un Paese in cui vige un sistema economico liberale, che separa nettamente il campo decisionale delle aziende private da quello delle aziende pubbliche. Non è qui il caso di entrare nel merito e nel demerito di questo sistema, ma bisogna ricordare che le Ffs, pur svolgendo un servizio pubblico, hanno ricevuto dalla Confederazione, con decisione assolutamente democratica, ampio spazio di manovra per i loro investimenti. Da anni ormai non è più il parlamento federale a decidere per loro, ciò che evita lungaggini, burocrazia e scelte più politiche che imprenditoriali. Gli effetti sono evidenti, anche se non si può dire che tutto vada per il meglio. Il confronto deve avvenire fra direzione Ffs, rappresentanti del personale, fruitori del servizio ed enti pubblici, in un esercizio che vede prevalere a volte l’uno, a volte l’altro dei vari attori.
Ricordo quando alla messa in esercizio del famoso “Pendolino” sulla relazione Milano-Basilea, in Consiglio di amministrazione Ffs criticai la scelta, sostenendo che la relazione più importante sarebbe stata Milano-Zurigo. L’allora direttore del secondo circondario obiettò che sul Gottardo non c’era sufficiente frequenza, come se nel settore dei trasporti non fosse l’offerta a creare la domanda. E due anni dopo con la messa in funzione di quel treno sul Gottardo, i fatti mi hanno dato ampiamente ragione.
Ma si direbbe che c’è chi vede in questo spazio di manovra delle Ffs soltanto effetti negativi. Che si sia riusciti – con gli sforzi di tutti, compresi sindacati e maestranze (con lo sciopero per salvare le officine) – ad avere ancora un’importante struttura tecnica moderna, che offrirà molti posti di lavoro e di apprendistato al passo con l’evoluzione tecnologica e del mondo dei trasporti, sembra per queste persone essere un aspetto trascurabile. Per loro si sarebbe potuto e dovuto fare meglio, nemmeno un posto di lavoro in meno dei 500 della “vecchia officina”.
Peccato che in passato non ci si sia battuti alla stessa stregua: si sarebbe forse potuto impedire l’elettrificazione delle ferrovie, per evitare la soppressione di centinaia di posti di fuochista; l’introduzione del freno ad aria, per evitare la soppressione di centinaia di posti di frenista, l’uso delle scopatrici meccaniche, per evitare la soppressione dei posti di pulitori… Scherzi a parte, per fortuna non è andata così. Ognuno ha diritto di criticare e di opporsi, ma per fortuna certe teorie rimangono lì dove devono rimanere.