Incredibile quanto la politica non sappia ascoltare! In un momento nel quale è più che mai evidente la necessità di disporre come nazione di personale infermieristico preparato e riconosciuto, cosa fa la politica? Non è bastata una pandemia per rendere attenti i politici sulla carenza quantitativa di questo personale e su quanto lo stesso sia disposto a dare in situazioni di emergenza? Le richieste di aiuto in favore di più formazione di questo personale, di più riconoscimento di questa categoria che da anni lotta con la mancanza di curanti negli ospedali, nelle case per anziani e nella cura a domicilio, non sono nei decenni mai mancate. Come lo spirito di sacrificio di questo personale. La pandemia ha definitivamente evidenziato tutto ciò. Infermieri e infermiere hanno lavorato fino a 15 ore al giorno arrischiando anche la loro vita. E come risponde la politica, l’Assemblea federale? Opponendo all’Iniziativa sulla cura, che non chiede la luna tra l’altro, un controprogetto che non ha né capo, né coda. Uno dei soliti cerotti, un palliativo di intenzioni che possono essere mantenute o no. Ciò che equivale a un vero e proprio schiaffo dato oltretutto in un momento molto sensibile e quando questo personale è più che mai necessario e provato dalle circostanze. In nome di cosa? Del solito federalismo che pone confini entro una stessa nazione e che non è affidabile al fine di risolvere problemi d’emergenza dato che, per questi, è necessaria una soluzione nazionale condivisa. Infatti mi si dica quale Cantone ha risolto finora il problema della mancanza di personale infermieristico. Nel cantone dei Grigioni non siamo riusciti nemmeno a far dare un minimo riconoscimento tangibile a questo personale. La proposta ci è stata rifiutata lo scorso mese di agosto mentre la popolazione nel 2020 applaudiva coloro che stavano dando il massimo per curare i pazienti Covid e non solo. Per un riconoscimento mancava la base legale…, il personale era di chi… del Cantone o delle Istituzioni che li impiegavano? Incuranti i politici del fatto che in certe situazioni si decide per coscienza e buon senso o, se volete, si invoca la legge naturale che è pur sempre un parametro dell’etica se è tesa al Bene.
Ebbene se ci affidiamo al Controprogetto – che ci propongono Consiglio Federale e Parlamento – che non considera l’urgenza della questione e non contempla minimamente causa ed effetto di un simile procedere, che usa un termine vago come “prevedere”, non risolveremo il problema della cura nel nostro Paese. Soprattutto in momenti di crisi dovremo dipendere da altre nazioni per curare gli ammalati con il pericolo – che abbiamo nella pandemia sfiorato – che le altre nazioni blocchino questo personale perché necessita loro. Vogliamo questo? Vogliamo che sempre meno giovani diventino infermiere e infermieri perché sottopagati, sottorappresentati ma soprattutto sottostimati?
La politica istituzionale non lo capisce? Sia il popolo allora a dimostrare di aver ascoltato e capito. Dicendo Sì, il prossimo 28 novembre, all’Iniziativa sulle cure infermieristiche.