Alcuni miei sogni per Maggia ruotano attorno al concetto (forse utopico?) di autarchia, inteso nell’accezione positiva del termine: autonomia, autosufficienza. Non chiusura. In altre parole, il desiderio che Maggia (e dintorni) divengano sempre più una “destinazione completa”, per abitanti e turisti. In particolare per vacanze e tempo libero. “Io vivo a Maggia perché lì ho tutto ciò (o quasi) di cui necessito nel tempo libero” o ancora “ci andiamo in vacanza una settimana perché troviamo tutto ciò che ci occorre per staccare la spina dalla città: fiume, sentieri escursionistici nella natura o nei nuclei, quiete, concerti, eventi gastronomici, ristorantini, commerci”. Frasi che dovrebbero colmare di soddisfazione ogni politico comunale. Premettendo che l’attuale offerta culturale-ricreativa a Maggia è di tutto rispetto – rassegna Magic Blues, Filarmonica Valmaggese, AutunnoJazz, eventi alla Biblioteca, teatro, sagre, feste, eccetera – vedo uno spazio vuoto appunto per una piccola rassegna cinematografica e/o letteraria. Sullo stile del Blues, individuare alcune piazzette del comune, scegliere un tema, un regista, un autore e poi sviluppare un cartellone di letture, incontri, proiezioni, da abbinare anche alla gastronomia (collaborando con i ristoranti) e alla musica. Il tutto a misura di abitante e di turista culturale. Il periodo: giugno o settembre, a ridosso dell'estate, già densa di eventi. Il Comune potrebbe esserne co-promotore, in appoggio a un'associazione da far nascere. Tutto il resto è da pensare e concepire, se ritenuto fattibile. Ma è un bel sogno. “Vado cinque giorni a Maggia, in settembre, per seguire l’annuale rassegna letteraria – quest’anno dedicata ai giallisti svizzeri – mangiare bene e svagarmi nella natura. Sono tre anni che ci vado”. Uao, tanta roba!