La prossima legislatura avrà molti problemi da risolvere accentuati dalla pandemica crisi finanziaria; Comuni e Cantoni non possono far molto dato che le soluzioni sono soprattutto nazionali. A Locarno si prospettano minori entrate per 2 milioni di Chf; se non si trovano soluzioni, ciò corrisponderà al rialzo del moltiplicatore d’imposta dal 90 al 96%. Ma non è “niente” se pensiamo che alla cassa pensione comunale mancano già ora circa 27 milioni; e in quest’ultimo decennio l’aumento è stato notevole.
La pandemia ha messo in ginocchio il nostro settore turistico, malgrado l’estate scorsa era riuscito a cavarsela meglio di altre regioni.
Urge pensare a ridurre le tasse per l’uso di suolo pubblico e rilanciare il turismo con un progetto regionale valorizzando il Grand Hôtel; monumento storico di notevole pregio, facendolo diventare scuola alberghiera cantonale; un’idea plausibile dato che la nostra regione ospita più del 44% del turismo ticinese e oltre 700 milioni di fatturato, senza contare i posti di lavoro.
Altra emergenza: fra poco il 30% della popolazione sarà over 65 anni, il rifacimento del San Carlo è d’obbligo ma includendo la gestione centralizzata delle mense scolastiche, la quale diverrebbe più razionale permettendo l’acquisto del 50% di prodotti locali. La Città potrebbe con una modica cifra, finanziare le certificazioni delle aziende bio, ottenendo un’immagine eccezionale e una promozione dei prodotti locali ancorandola alla realizzazione di un polo dell’artigianato alimentare su suolo comunale. A livello degli investimenti dovremo ponderare molto bene se varrà la pena spendere 40 milioni per parcheggi sotterranei o se prevedere agevolazioni fiscali alle famiglie che rinunciano all’auto, investendo in mini bus elettrici cittadini.