La giornalista italiana Lilly Gruber nel suo libro: ‘Il potere delle donne contro la politica del testosterone’ scrive ”Ci riterremmo soddisfatte quando avremo raggiunto i giusti obiettivi equal pay e un 50 per cento nei consigli di amministrazione, nei parlamenti, nei governi” e, aggiungo io, nei comuni. I 50 anni di diritto di voto alle donne svizzere sono ancora oggi l’occasione per riflettere sull’equilibrio di genere in politica. In Ticino, nella maggior parte dei Municipi e dei Consigli comunali, le donne sono sotto rappresentate e le misure messe in atto a favore della parità spesso carenti e lasciate in secondo piano. Già dall’allestimento delle liste ci rendiamo conto di quanto le donne siano ancora un po’ restie a proporsi e aspettano di essere contattate; quelle che si auto segnalano sono ancora troppo poche. Sarà dovuto al fatto che il suffragio femminile in Svizzera è arrivato tardi rispetto agli altri stati europei? In un sondaggio all’Università di Zurigo è stato chiesto a studentesse e studenti se potessero immaginare di candidarsi. Emerge un divario di 15 punti percentuali tra i due sessi: le ragazze dimostrano meno interesse per la politica. Si potrebbe pertanto ipotizzare che agisca ancora uno stereotipo di genere dovuto all’educazione. A livello del nostro Cantone, in vista delle elezioni comunali il Coordinamento donne della sinistra ha stilato l’Agenda femminista per i comuni (https://coordonne.ch/agenda- femminista-per-i-comuni) con 21 misure per favorire la parità a livello comunale. Un punto riguarda le vie al femminile. Mendrisio dall’8 marzo ha la sua prima targa al femminile e nei prossimi mesi altre sei donne che hanno segnato la storia avranno il proprio nome dedicato a una via. Ci saranno altri comuni che seguiranno questo esempio virtuoso?