Quanti comuni in Svizzera non hanno un luogo d’incontro per i giovani? La tecnologia è onnipresente presso i giovani e per troppi di loro è diventata ormai una dipendenza, la digitalizzazione della scuola e della società potrà solo aumentare questa sorta di rifugio virtuale in cui i giovani sono imprigionati. Nei social dilagano contenuti di grande superficialità, spingendoli all’edonismo e al possesso materiale quale forma di realizzazione e malgrado essi siano connessi con mezzo mondo sono sempre più soli e spesso incapaci di stringere amicizie e rapporti nella vita reale. L’ansia e la depressione è aumentata al punto tale da non trovare disponibilità a corto termine presso gli psicologi.
Bisogna saper accogliere la richiesta giovanile di centri sociali autogestiti, luoghi dove i giovani possano ritrovarsi e tessere comunità, spazi che li veda attori di attività ricreative, culturali, sociali, artistiche… Il centro giovanile più vicino al mio domicilio, dove la maggior parte delle proposte sono a pagamento, è stato spostato di un’ulteriore mezz’ora di trasferta. È limitato negli orari di apertura e nelle fasce d’età. Questa situazione vale anche per gli altri 13 centri giovanili ticinesi. Mancano offerte nelle regioni a bassa densità di popolazione, il che può portare a un isolamento del giovane. La gratuità dei mezzi pubblici permetterebbe loro di spostarsi dove ci sono questi centri o dai loro amici.
Nei piccoli Comuni i parchi giochi sono spesso disponibili solo fuori dagli orari scolastici. Le mamme con bimbi piccoli devono quindi spostarsi con l’auto per cercarne uno pubblico. Mancano spazi per il gioco spontaneo, campi di calcio e prati fruibili liberamente e piste ciclabili, luoghi dove i ragazzi possano incontrarsi in sicurezza. Servono società che promuovano attività sportive amatoriali, ludiche e non solo competitive, luoghi dove si possano sperimentare attività artistiche e culturali.
Dovrebbe essere compito dello Stato promuovere una politica giovanile che permetta ai giovani uno sviluppo armonioso e un’adeguata socialità. Esiste una Legge giovani che dovrebbe permettere di ampliare l’offerta di centri giovanili. Probabilmente vi sono troppi ostacoli per la presentazione di un progetto e quindi questa opportunità non viene colta o non è conosciuta. Per ora sono i genitori che cercano di ovviare a questa falla, con oneri finanziari importanti, iscrivendo i propri figli ai più disparati corsi e gruppi sportivi sempre più esigenti e competitivi.
Invece, sembrerebbe essere un noto supermercato col suo progetto “Impegno M…” (iniziativa amicizia, caffè narrativi, passeggiata per tutti…) ad avere più idee e a investire più mezzi finanziari rispetto ai Comuni e al Cantone.
La questione giovanile è di estrema importanza, il coinvolgimento dei giovani nell’elaborazione di soluzioni concrete e innovative è indispensabile e le nostre autorità dovranno finalmente essere disposte a promuoverle e sostenerle.