Stiamo vivendo un periodo economico e sociale difficile che sta mettendo tutte e tutti duramente alla prova, dagli strascichi della pandemia, alla guerra in Europa, fino alla recente crisi energetica. L’aumento del costo della vita mette pressioni sul sistema, con conseguenze nefaste sulle condizioni lavorative e sul benessere della popolazione, colpendo in particolar modo le fasce più deboli. Come sindacalista ritengo fondamentale proseguire la battaglia per un mondo del lavoro rispettoso, con salari dignitosi e all’insegna della parità.
Oltre a un salario dignitoso, sostengo la conciliabilità quale tassello fondamentale per il raggiungimento delle pari opportunità. L’esigenza di una maggiore uguaglianza in seno alla famiglia e nel mondo del lavoro è tutt’oggi ancora ostacolata da condizioni quadro poco favorevoli alla famiglia. Nel nostro cantone è necessaria un’offerta più ampia di strutture per la custodia dei bambini, complementare alla famiglia, di buona qualità e a prezzi accessibili, nonché condizioni lavorative che favoriscano la flessibilità. Gli aiuti alle famiglie permetterebbero di mantenere donne qualificate nel mondo del lavoro e ridurre le disparità salariali, che ricordo ammontano a una differenza del 13,9% nel settore privato (pari a 764 franchi) e dell’8,2% nel settore pubblico (ca. 623 franchi). Necessitiamo di questa forza lavoro per far crescere l’economia ticinese e superare i ruoli tradizionali di donne e uomini all’interno della famiglia. L’uguaglianza nella vita professionale, così come una maggiore partecipazione delle donne nel mercato del lavoro, contribuisce inoltre a ridurre il divario di genere nelle rendite di vecchiaia, che si attesta al 34,6%.
Per queste e altre sfide il mio impegno con passione e concretezza per una società più equa.