Dib. elettorale

Perché mi candido

Nel nostro Ticino un docente cantonale che insegni più del 50% non può essere in Gran Consiglio. La stravaganza di questa iniqua legge è anche evidente nei fatti: quanti sono oggi i docenti ancora in servizio presenti nella commissione parlamentare "Formazione e cultura" formata di 17 membri? Eppure sono molti i temi scolastici dibattuti in questi anni nell’ambito legislativo cantonale. Quanti dei 90 granconsiglieri possono dunque occuparsi di scuola con la necessaria competenza, grazie anche a una preparazione maturata sul campo? Nel 1930 il filosofo Ortega Y Gasset scrisse che «la volgarità intellettuale esercita il suo imperio nella vita pubblica» e nel 2017 il linguista Raffaele Simone osservò che «Il ceto politico non è mai stato così ignorante»; due anni dopo l’economista Irene Tinagli pubblicò «La grande ignoranza» (Rizzoli): un fenomeno in espansione.
Ignoranza e impreparazione sono imperdonabili quando si pretende di orientare la formazione scolastica.
Sono pensionato da poco tempo, dopo quarant’anni di lavoro come docente, come esperto per l’insegnamento dell’italiano nelle Scuole medie, come direttore del Liceo di Lugano 2 e come membro della Commissione culturale cantonale; e ancora oggi sono attivo nella scuola come esperto degli esami svizzeri di maturità, oltre che nella ricerca in ambito letterario con pubblicazioni e conferenze.
Nei prossimi anni la scuola, la formazione, i giovani e la cultura saranno temi centrali ed è quindi necessario che possa esprimersi chi ha competenza, soprattutto chi opera e ha operato in questi settori.
La mia esperienza credo possa servire.