Un’amministrazione di falchi, senza guanti di velluto e decisamente anti-migranti. La Casa Bianca di Donald Trump comincia a prendere forma. Dopo aver nominato la tecnica Susan Wiles chief of staff, prima donna a ricoprire questo incarico nella storia americana, il presidente eletto ha deciso di affiancarle una figura più ideologica, il suo ex consigliere Stephen Miller. Classe 1985, il funzionario è un fedelissimo di The Donald, artefice del famigerato “bando sui musulmani” del 2016 e di altre misure drastiche contro gli immigrati. È considerato un estremista e un nazionalista bianco. L’altra nomina fondamentale è quella di Tom Homan a ‘zar del confine’. Ex poliziotto nello Stato di New York, ex agente della polizia di frontiera, il 62enne fu messo dall’amministrazione Obama alla guida del dipartimento deportazione dell’Ice, Immigration and Customs Enforcement. Con lui l’Agenzia ha effettuato un numero record di rimpatri e per ringraziarlo del lavoro svolto il presidente democratico gli conferì la più alta onorificenza per un funzionario federale, il Presidential Rank Award. L’altra casella cruciale riempita da Trump è quella all’Onu con la nomina ad ambasciatrice della fedelissima Elise Stefanik, che nel 2014 a 30 anni era diventata la più giovane deputata eletta alla Camera. ANSA/RED