La filiale italiana della multinazionale della logistica è al centro di una nuova inchiesta sul fenomeno dei ‘serbatoi di manodopera’
Un "totale" di oltre 480 milioni di euro come risarcimenti incassati dall'erario, circa 14mila lavoratori assunti e 70mila ai quali è stato aumentato lo stipendio. Sono gli effetti riparativi prodotti da almeno una quindicina di inchieste della Procura di Milano in questi anni su grandi aziende della logistica, grande distribuzione e vigilanza privata, colpite da maxi sequestri per l'uso di cosiddetti "serbatoi di manodopera", un "sistema" attraverso il quale le imprese si garantiscono "tariffe altamente competitive" sul mercato "appaltando" i lavoratori per i loro servizi a cooperative e altre società in modo irregolare.
Stamani, nell'ambito di un'altra indagine di questo genere, sempre coordinata dal pm Paolo Storari, lo stesso che indaga pure sul caporalato nella moda, il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Lodi ha eseguito un sequestro preventivo d'urgenza per frode fiscale per 83,9 milioni di euro a carico della filiale italiana di Gxo, multinazionale statunitense, con 130mila dipendenti in 27 Paesi, che utilizza anche droni e robot per le movimentazioni merci.
La Gxo Logistics Italy spa, con un fatturato nel 2022 di oltre 230 milioni di euro, scrive la Procura nel decreto, "acquisisce commesse nel settore della logistica con soggetti economici di primaria rilevanza", tra cui grandi imprese della moda (estranee all'inchiesta), come Versace, Kering, Valentino, ma anche della distribuzione (non coinvolte) come Coin, Ovs, Red Bull. Tuttavia, per svolgere i propri servizi, come emerso appunto in numerose altre indagini fotocopia, avrebbe usato i lavoratori avvalendosi di un "sistema piramidale", che si realizza su "tre livelli" di fornitori di manodopera, "attraverso la concatenazione di contratti di subappalto", con consorzi, cooperative e società "filtro" che svolgono la funzione di "serbatoi".
Lavoratori, spesso "interinali", come si legge negli atti, che formalmente lavoravano per queste società, mentre in realtà sarebbero stati utilizzati per i servizi di Gxo, senza avere contributi "previdenziali e assistenziali" e con un "sistematico sfruttamento", scrive il pubblico ministero Storari che ha firmato il decreto con la collega Valentina Mondovì, degli operai, ma anche "ingentissimi danni all'erario". Il presunto meccanismo illecito, infatti, come negli altri casi, sarebbe stato realizzato con false fatture, per oltre 382 milioni di euro, ed evasione dell'Iva, tra il 2017 e il 2023.
Sono indagati per frode fiscale due responsabili e legali rappresentanti della Gxo Logistics Italy, Ube Gaspari e Alessandro Renzo, e la stessa società per la responsabilità amministrativa. Gxo, per gli inquirenti, sarebbe stata "pienamente consapevole del fatto che presso i propri depositi lavora personale non solo alle dipendenze delle sue subappaltatrici", ma anche "personale alle dipendenze delle subappaltatrici di quest'ultime". Ed avrebbe saputo dei "travasi" di lavoratori da un "serbatoio" all'altro, ossia la cosiddetta "transumanza", che potrebbe aver coinvolto, come emerge dalle carte, oltre 6mila lavoratori. Agli atti sul punto alcune e-mail raccolte dagli investigatori. Sulla convalida del sequestro dovrà esprimersi il giudice per le indagini preliminari Luca Milani.
Nel decreto, intanto, si fa l'elenco di tutte le indagini simili portate avanti e in una tabella viene registrato quanto già versato al fisco da quindici imprese, come oltre 35 milioni da Dhl, 38 milioni da Gls, quasi 48 milioni da Esselunga, 146 milioni da Brt, oltre 86 milioni da Ups, per un totale di quasi mezzo miliardo di euro. Inoltre le società, scrive la Procura, "hanno proceduto ad internalizzare i dipendenti, prima ‘in balia’ delle cooperative".