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Introvabile Amra ‘la Mosca’, si muove l’Interpol

Il narcoboss scappato ha fatto perdere le sue tracce. Il ministro dell’Interno: ‘In campo mezzi senza precedenti’. Proteste dei lavoratori delle carceri

Il luogo dell’assalto alla polizia penitenziaria
(Keystone)
15 maggio 2024
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Mohammed Amra, ‘la Mosca’, è scomparso nel nulla. Lo cercano 450 fra poliziotti e gendarmi nella zona del sanguinoso assalto di ieri, quando un commando di almeno 4 complici lo ha estratto dal furgone penitenziario con il quale lo riportavano in carcere in carcere ad Evreux dopo un interrogatorio nell'ufficio del giudice istruttore a Rouen, capoluogo della Normandia.

Due poliziotti sono morti, tre sono feriti gravemente, la mobilitazione di uomini e mezzi per cercare i fuggitivi "è senza precedenti", ha garantito il ministro dell'Interno, Gérald Darmanin. Ma della Mosca non ci sono tracce. E oggi, da Lione, anche l'Interpol ha lanciato il suo avviso di ricerca rosso, ad indicare un caso prioritario, alle polizie di tutto il mondo.

L'identikit

Amra, 30 anni, risulta essere un grosso narcotrafficante, con 13 condanne alle spalle. Attualmente stava scontando 18 mesi per rapina e tentato omicidio ma è incriminato per reati ben più gravi - dall'associazione per delinquere a scopo di traffico di droga al rapimento, fino ai delitti di boss rivali commissionati addirittura oltrefrontiera, in Spagna. La sua fuga, con il sanguinoso assalto al furgone e alla scorta, ha scatenato la paura e la rabbia dei colleghi.


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Mohammed Amra e un momento del blitz

I sindacati del settore carcerario hanno indetto immediatamente un'operazione "prigioni morte" per protestare contro la mancanza di mezzi, le armi vetuste e i turni massacranti e rischiosi per le guardie carcerarie. Decine e decine di raduni e sit-in si sono registrati davanti alle prigioni di Francia. In qualche caso, i familiari di detenuti diretti ai penitenziari per i periodici colloqui con i loro congiunti sono stati respinti all'ingresso per mancanza del numero di agenti di sicurezza necessario per le visite.

I sindacati del settore sono stati ricevuti nel pomeriggio da Eric Dupond-Moretti, il ministro della Giustizia, al quale hanno chiesto in particolare "la drastica riduzione dei trasferimenti" dalle carceri ai palazzi di giustizia per gli interrogatori, chiedendo l'utilizzo della videoconferenza. Chiesto anche un aggiornamento delle armi di servizio: al ministro è stato fatto presente che gli agenti uccisi avevano "una semplice pistola Sig Sauer" e si sono trovati davanti "ad armi da guerra". Restano, sull'intera vicenda, alcuni interrogativi.

Domenica, a poche ore dal piano orchestrato con l'intervento del commando sull'autostrada, ‘la Mosca’ aveva cominciato a segare le sbarre della sua cella. Era stato scoperto dai guardiani e trasferito in un'altra ala del carcere. "L'azione del commando è per me incomprensibile - ha detto il suo legale Hugues Vigier seminando i primi dubbi sulla vicenda e i suoi mandanti - non riesco a immaginare che il ragazzo possa esservi coinvolto. È un'operazione che non corrisponde al profilo che ho percepito di lui. Se è coinvolto, significa che mi sono davvero sbagliato sul suo modo di agire e su quello di cui è capace".