Scontri anche in Parlamento dopo il via libera alle rigide norme contro le ‘influenze straniere’. L'Ue: ‘Grave ostacolo all'adesione’
Non è bastato oltre un mese di proteste di piazza per fermare in Georgia la legge contro le influenze straniere, voluta dal partito di governo Sogno Georgiano e ribattezzata dalle opposizioni ‘legge russa’ per la sua somiglianza a quella che ha permesso alle autorità di Mosca di mettere a tacere gran parte delle voci del dissenso. Il Parlamento ha approvato la normativa in terza lettura mentre fuori dall'edificio continuavano le manifestazioni e dopo che uno scontro fisico è avvenuto anche tra deputati all'interno dell'aula.
Con 84 voti favorevoli e 30 contrari, i parlamentari hanno dato il via libera alla legge, in base alla quale le organizzazioni non governative e i media che ricevono oltre il 20% dei loro finanziamenti dall'estero si dovranno registrare amministrativamente come "organizzazioni che difendono gli interessi stranieri".
La presidente della Repubblica, Salome Zourabishvili, contraria alla legge, ha già annunciato che porrà il veto. Entro due settimane dovrà rimandarla al Parlamento, ma con l'obbligo di proporre un testo alternativo che potrà essere accettato o rigettato in toto dall'assemblea, senza la possibilità di una mediazione.
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La protesta in piazza continua
Fonti diplomatiche a Tbilisi manifestano quindi la preoccupazione per un possibile scontro accompagnato da violenze di piazza che potrebbero portare a una destabilizzazione di questo Paese chiave per la sicurezza del Caucaso. La sfida d'altra parte sembra assumere una valenza che va oltre il destino della legge, tra chi vuole cercare di recuperare i rapporti con la Russia e chi spinge invece per una precisa scelta occidentale. Due poli rappresentati dal partito di governo da un lato e, dall'altro, dalla presidente, che è di origine francese e in passato è stata ambasciatrice di Parigi in Georgia. Manifestazioni contro l'iniziativa si susseguono dal 9 aprile, da quando cioè Sogno Georgiano ha deciso di ripresentare la legge, che un anno fa aveva ritirato sotto la pressione di un'analoga ondata di proteste.
Oggi, dopo l'annuncio dell'approvazione, un gruppo di manifestanti ha sfondato parte delle barriere di metallo poste a protezione dell'entrata del Parlamento e la polizia in tenuta antisommossa ha reagito con i cannoni ad acqua per disperdere la folla. Il ministero dell'Interno ha avvertito che ogni protesta al di fuori dei limiti della legge "porterà a una risposta appropriata" delle forze dell'ordine. Il portavoce dell'Unione europea Peter Stano ha ribadito la contrarietà alla normativa, affermando che la sua adozione "è un ostacolo grave nel percorso della Georgia per l'ingresso nella Ue".
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La folla radunatasi a Tbilisi
Tbilisi ha ottenuto nel dicembre scorso lo status di Paese candidato, ma per l'avvio dei negoziati dovrà dimostrare, entro il prossimo ottobre, di aver varato riforme per adeguarsi a una serie di requisiti in vari campi, tra cui la trasparenza, la libertà di espressione, la lotta alla corruzione e la fine del potere degli oligarchi. Anche gli Usa avevano chiesto il ritiro della legge ritenendo che possa portare a un "soffocamento del dissenso e della libertà di espressione". La Russia, invece, afferma che si tratta di "un affare interno della Georgia" e nega qualsiasi interferenza. Allo stesso tempo il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha condannato quelle che ha definito "le scoperte interferenze" da parte dei Paesi occidentali.