Le prime parole del 13enne dopo l'attentato in una scuola primaria nel quartiere di Vracar. Arrestati anche i suoi genitori
Il ragazzo di 13 anni che ieri, mercoledì 3 maggio, ha fatto irruzione in una scuola primaria di Belgrado uccidendo nove persone e ferendone altre sette ha detto alla polizia di ritenersi "uno psicopatico che ha bisogno di calmarsi".
Lo ha detto il capo della polizia della capitale serba Veselin Milic, riferendo di alcune dichiarazioni fatte ieri dall'autore della strage nel corso dell'interrogatorio, al termine del quale Kosta K. è stato condotto in una istituzione sanitaria per la cura di minorenni.
Milic, in dichiarazioni alla tv pubblica serba Rts, ha confermato che è stato lo stesso ragazzo a chiamare la polizia informandola di quello che aveva compiuto nella scuola "Vladislav Ribnikar" del quartiere centrale di Vracar, dove sparando con una pistola di suo padre ha ucciso otto allievi e una guardia giurata, ferendo altri sei alunni e una insegnante.
"Ha detto di essere stato preso dalla paura, dal panico e da una strana respirazione nel compiere tale crimine, e che gli era sembrato corretto chiamare la polizia", ha riferito Milic. Il capo della polizia ha aggiunto che il ragazzo, "nel colloquio in presenza di rappresentanti del Centro per i servizi sociali ha detto di essere stato ignorato da parte della società, ed emarginato nelle comunicazioni e nei giochi durante le vacanze o gite turistiche".
Non avendo compiuto 14 anni, Kosta K. in base alla legge serba non è perseguibile penalmente. Ieri erano stati arrestati entrambi i suoi genitori.