Quasi certa ormai la messa al bando dell’intero organigramma del movimento di Alexey Navalny. A San Pietroburgo sfida agli Usa su gas e clima.
Mosca/San Pietroburgo – Un Vladimir Putin in gran forma e a valanga - come spesso accade nella cornice del Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo, sua città natale - delinea il perimetro delle future negoziazioni tra Usa e Russia, dunque del rapporto tra Mosca e il resto dell'Occidente. Lo zar, nel piantare i paletti, lancia non poche sfide agli Stati Uniti. E blinda la sua poltrona, firmando la legge che impedisce temporaneamente alle persone associate all'attività di organizzazioni estremiste e terroristiche di candidarsi alle elezioni, a tutti i livelli.
La misura è stata soprannominata anti-Navalny poiché, se le sue organizzazioni saranno riconosciute estremiste nel processo in corso (e sono pochi a dubitarlo), tutto l'organigramma nazionale del suo movimento sarà di fatto escluso dalle elezioni parlamentari in programma per settembre. Un bel regalo ad Alexey Navalny, finito in cella, proprio nel giorno del suo 45esimo compleanno.
A San Pietroburgo Putin ha annunciato la fine dei lavori alla prima linea del Nord Stream 2 e la possibilità di stilare i futuri contratti "in euro", procedendo così alla progressiva 'dedollarizzazione' dell'economia russa già avviata dal Cremlino. Sul clima – ed è una novità – il presidente russo ha annunciato l'arrivo (entro il prossimo ottobre) di un ambizioso piano che porterà il Paese a produrre meno emissioni nette di Co2 dell'Ue "entro il 2050".