Estero

L’oncologo in fase terminale emoziona la Francia

Il lungo addio alla vita di Alex Kahn: gli restano poche settimane di vita. Lui tiene un diario sui social e si fa intervistare per spiegare la malattia

L'oncologo francese Alex Kahn (Lcc)
31 maggio 2021
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Emozione in Francia per l'addio alla vita, attraverso interviste ai media e messaggi sui social, del celebre genetista, oncologo e presidente della Lega contro il cancro Axel Kahn, al quale restano poche settimane per una grave forma di tumore. Kahn, 76 anni, volto noto anche ai telespettatori per la sua grande capacità comunicativa e divulgativa, membro del Comitato di bioetica, era stato molto attivo anche durante il primo periodo della pandemia, per denunciare i ritardi del governo e allertare sui pericoli del Covid-19.

La diagnosi

Proprio in concomitanza con la prima ondata della pandemia in Francia, i primi segni del male, come racconta Kahn in una delle interviste rilasciate in questi giorni: "Il cancro è cominciato di certo verso marzo-aprile 2020, quando è stato diagnosticato, il 4 agosto 2020, era già molto esteso. Nonostante questo, la cura è stata molto efficace, avevo buone possibilità di sopravvivenza a 20-25 mesi. Ho deciso perciò di continuare la mia azione nella Lega contro il cancro, avevo tantissime cose da fare per prendermi cura dei malati in questo periodo di epidemia, mobilitare i comitati, partecipare ai dibattiti. Ma lo scorso aprile mi sono improvvisamente aggravato per una seconda forma di cancro, molto aggressiva. Ha progredito rapidamente, senza alcuna possibilità di guarigione né di remissione. Mi sono fatto l'idea, per scherzare, che il cancro mi abbia considerato come un nemico particolarmente temibile e abbia deciso di prendersela direttamente con me".

Giorno dopo giorno

Kahn racconta la sua malattia quasi ogni giorno sui media e sui social, perché da sempre una delle sue battaglie è stata contro la difficoltà di parlare, di nominare il cancro e la morte: "L'azione della Lega consiste anche nel lottare contro questo. Anno dopo anno, colpiamo questo nemico, lo combattiamo. E lui arretra e arretrerà sempre più via via che lo chiamiamo per nome". Quanto al suo addio, "Non sono mai stato ossessionato dalla morte - dice - è una compagna molto speciale. Come tanti, speravo di essere sereno e stoico ma non posso essere sicuro che sarà così. Ma non ho paura della morte, la sfido con la stessa ironia anche se so che vincerà. Quello che mi rende felice è di aver potuto, in quest'ultimo periodo, fare quello che più di tutto conta per me: il mio dovere e la trasmissione agli esseri che amo. Ho avuto una vita felice - ripete - posso dire, alla fine, che non è grave che io muoia, perché ho vissuto bene".