Contrario il governo moderato di Rohani che dichiara di non volerla applicare in quanto incostituzionale. Rischio di conflitto istituzionale
Il presidente del Parlamento iraniano, Mohammad Bagher Qalibaf, ha trasmesso al presidente Hassan Rohani la nuova legge che prevede il blocco delle ispezioni dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) nei siti nucleari del Paese, dopo l'approvazione in via definitiva da parte del Majlis, l'Assemblea di Teheran, e il via libera di oggi del Consiglio dei guardiani.
La norma rischia di provocare un grave conflitto istituzionale nella Repubblica islamica, visto che nelle scorse ore il governo di Rohani ha pubblicamente dichiarato di disapprovarla e che non intende applicarla, ritenendola incostituzionale visto che la politica sul nucleare è prerogativa del Consiglio supremo di sicurezza nazionale.
Il Parlamento, dove c'è una maggioranza conservatrice che si oppone all'esecutivo, ha tuttavia previsto sanzioni fino all'arresto per chi dovesse violare la nuova legge.
La legge, ribattezza "Azione strategica per rimuovere le sanzioni e proteggere gli interessi del popolo iraniano", è stata descritta anche come una risposta all'uccisione dello scienziato nucleare Mohsen Fakhrizadeh. Il testo impegna inoltre l'Organizzazione per l'energia atomica iraniana a produrre e immagazzinare 120 kg di uranio arricchito al 20% ogni anno, una soglia molto superiore a quella attuale, che non supera il 4,5%, e in aperta violazione dell'accordo sul nucleare del 2015 (Jcpoa).
Se messa in atto, la normativa determinerebbe un significativo avvicinamento all'arricchimento necessario alla produzione di un'arma atomica. È tuttavia prevista una clausola che ne blocca l'entrata in vigore, se entro due mesi i Paesi aderenti all'intesa nucleare normalizzeranno le relazioni bancarie con l'Iran ed elimineranno gli ostacoli alle sue esportazioni di petrolio.