Alla vigilia della controversa visita di Trump a Kenosha, Wisconsin, il padre del 29enne: 'Non gioco alla politica con la vita mi dio figlio'
Alla vigilia della controversa visita del presidente Usa Donald Trump a Kenosha, Wisconsin, il padre di Jacob Blake, il 29enne colpito con sette proiettili dalla polizia locale e ora paralizzato, denuncia minacce contro la sua famiglia e dice che non intende "giocare alla politica" con la vita di suo figlio.
Jacob Blake senior, parlando alla Cnn, ha detto di aver dovuto accompagnare in ospedale l'altro figlio ventenne, perché "depresso" da quanto sta accadendo. "Ho ricevuto minacce e mio figlio ne sta soffrendo", ha detto senza aggiungere particolari. "Mi rattrista vedere come la gente non capisca la pressione a cui è sottoposta la mia famiglia". E aggiunge: "Mio figlio, qualche settimana fa, andava in giro e rideva. Ora non può muovere le gambe".
Politici locali hanno chiesto a Trump di non andare a Kenosha, o perlomeno di rimandare la sua visita. Il presidente ha parlato delle proteste dipingendo una città nel caos. Da mercoledì scorso, in realtà, le manifestazioni sono state pacifiche. In precedenza c'erano state proteste degenerate in episodi di violenza.
Ma la situazione è stata aggravata da dimostranti bianchi armati che martedì sera si sono riversati in strada - nonostante il coprifuoco - addirittura incoraggiati da alcuni agenti di polizia, finendo per scontrarsi con coloro che protestavano per il ferimento di Blake. Un 17enne dell'Illinois, Kyle Rittenhouse, usando un fucile mitragliatore, ha ucciso due uomini e ferito un terzo, e ha poi attraversato lo schieramento della polizia senza essere fermato, salvo essere poi arrestato il giorno seguente in Illinois.
Per Blake Sr. il caso di Rittenhouse, filmato mentre sparava e si allontanava indisturbato, mostra "che ci sono due tipi di giustizia, in netto contrasto, chiaramente visibili in video".