Inaugurata a Genova l'opera che sostituisce il Morandi. Mattarella onora i 43 morti
Genova - Bisognerebbe costruire più ponti e non muri. Ha detto bene Renzo Piano, che l’ha progettato, parlando ieri all’inaugurazione del nuovo Ponte San Giorgio a Genova, edificato al posto del Ponte Morandi, crollato il 14 agosto di due anni fa. Quel crollo costò la vita a 43 persone, un lutto - ha detto ancora l’architetto genovese - che non si può cancellare. Semmai elaborare («Siamo sospesi tra la tragedia e l’orgoglio»), consci che diverrà un elemento identitario di una città e forse di un Paese.
A inaugurare il ponte sul Polcevera - dopo la lettura dei nomi dei morti - è stato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che prima della cerimonia aveva incontrato privatamente il Comitato dei famigliari delle vittime (che ha deliberatamente disertato l’evento ufficiale). Con loro ha parlato di una ferita che non si rimargina. “Le responsabilità non sono generiche − ha detto il presidente − hanno sempre un nome e un cognome, sono sempre frutto di azioni o di omissioni” ed "è importante ci sia un’azione severa e rigorosa di accertamento delle responsabilità". E su questo darà risposte il tempo.
Due anni fa, lo shock procurato dal crollo fu avvertito ben al di là di Genova e dei confini italiani. La gravità di quel’episodio (del tutto sproporzionata rispetto alle capacità del governo allora in carica) ha dato luogo a una riconsiderazione del sistema di gestione della rete autostradale, in gran parte in mano alla famiglia Benetton attraverso le sue società, e alla stessa scelta infelice di privatizzarla, negli anni Ottanta del secolo scorso. Un sistema rivelatosi nel modo più tragico colpevolmente lacunoso in termini di cura della sicurezza, benché estremamente lucroso per i concessionari. Solo recentemente il governo, di nuovo presieduto da Giuseppe Conte, ha deciso di ricondurre al controllo statale le autostrade, ma si tratta soltanto dell’inizio di un percorso certamente oneroso economicamente e non ancora del tutto certo dal profilo giuridico.
I lavori del nuovo ponte erano iniziati ufficialmente il 15 aprile 2019 con la posa del primo palo di basamento per la pila 6. Il getto di cemento per la prima fondazione è avvenuto il 25 giugno 2019 e l’innalzamento del primo impalcato il 1 ottobre 2019. Il 28 aprile 2020, a 20 mesi dal crollo del Morandi, la struttura del ponte è stata ultimata.
Il ponte è lungo 1.067 metri, per 30 di larghezza con un’altezza massima, di circa 40 metri. Per la sua costruzione da parte del consorzio PerGenova (Fincantieri e SaliniIMpregilo poi Webuild), sono state utilizzate 17.400 tonnellate d’acciaio, forgiate negli stabilimenti Fincantieri di tutta Italia grazie al lavoro di più di 800 persone. Utilizzati oltre 67 mila i metri cubi di calcestruzzo speciale. L’assemblaggio e la saldatura sono state possibili grazie a ingegneri e tecnici specializzati di Fincantieri Infrastructure: sino a 350 al giorno nei momenti di picco produttivo. Al migliaio di persone impiegate (anche durante il lockdown per la pandemia di coronavirus) si sono rivolti, per ringraziarle, Piano e Mattarella
"Penso al poeta Girgio Caproni che definisce ’Genova di ferro e di vento” - ha detto ancora Piano - Vorrei che questo ponte venisse visto così, forgiato nel vento”. E ha aggiunto: “Dobbiamo riconoscenza per tutti coloro che hanno lavorato al ponte e chi lavora alla fine della fatica si aspetta una perla: la perla è la riconoscenza”.