Estero

Dirottò un bus, condannato a 24 anni

A bordo del torpedone c'erano 50 ragazzini. La folle corsa terminò a San Donato Milanese. Per la giustizia si è trattato di un attentato terrorista

15 luglio 2020
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Fu un attentato terrorista il dirottamento, lo scorso anno, di un autobus con a bordo 50 ragazzini di Crema, in gita scolastica con due insegnanti e una bidella, tutti messi in salvo dai carabinieri che fermarono l'uomo nella sua folle corsa a San Donato Milanese. È quanto stabilisce la sentenza con cui oggi la Corte d'Assise di Milano ha condannato a 24 anni di carcere Ousseynou Sy, all'epoca autista di pullman di professione.

La Corte ha condiviso la ricostruzione dell'accusa. I pubblici ministeri Luca Poniz e Alberto Nobili, responsabile dell'antiterrorismo milanese, nelle ultime udienze avevano infatti riformulato le imputazioni, da semplice sequestro a sequestro con finalità terroristiche.

L'uomo, 47 anni, con la sua azione avrebbe cercato di "intimidire la popolazione", "l'opinione pubblica", le istituzioni, il governo e "cagionato pericolo per la pubblica incolumità". Azione dettata da ragioni politiche che rimangono sullo sfondo, cioè la protesta per "i morti nel Mediterraneo" e contro la politica migratoria dell'allora ministro degli interni Matteo Salvini, e che ha portato addirittura anche la Corte a un'ulteriore ritocco delle accuse contestate.

I giudici hanno riqualificato l'ipotesi di strage aggravata dal terrorismo, un reato contro l'ordine pubblico, in attentato con finalità di terrorismo, reato contro lo Stato, lasciando così vivere del capo di imputazione originario solo le ipotesi di lesioni e resistenza.

Sy, assieme alla società per cui lavorava, Autoguidovie, e il Ministero dell'istruzione, sono stati condannati a risarcire in un giudizio civile gli alunni delle scuole medie e le loro famiglie. Per ora è stata fissata una provvisionale che ammonta in totale a quasi 2 milioni di euro e dovrà essere versata a seconda dei casi o solo dall'imputato, o da lui in solido con la società di trasporti o da lui con l'azienda e il ministero. La sentenza prevede anche l'interdizione perpetua dell'uomo, che ha ascoltato in silenzio la lettura del dispositivo nella gabbia nell'aula bunker, dopo 4 ore di camera di consiglio.

"A nostro avviso non ci sono né la strage né il terrorismo", sostiene l'avvocato difensore Giovanni Garbagnati, che annuncia l'intenzione di fare ricorso contro la sentenza.