Estero

L'aggressore della Questura di Trieste era 'lucido'

Lo conferma il giudice nel decreto di fermo. Al momento non ci sono riscontri su una possibile malattia psichiatrica del 29enne che ha ucciso due agenti

(foto Keystone)
6 ottobre 2019
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Il 29enne autore della sparatoria alla Questura di Trieste ha mostrato "lucidità" portando avanti "l'azione aggressiva". È quanto si annota nel decreto di fermo. Il giudice per le inchieste preliminari (gip) nell'ordinanza che dispone il carcere per l'uomo, accusato di aver ucciso due agenti, che non hanno avuto "alcuna possibilità di reazione,  e di avere sparato contro altri otto poliziotti, rileva l'assenza di riscontri oggettivi su una possibile malattia psichiatrica dell'uomo.

Nel frattempo, il giovane resta sorvegliato a vista, giorno e notte, da quattro agenti, lì al sesto piano dell'ospedale di Cattinara a Trieste, dove si trova ricoverato nel reparto di Medicina d'urgenza. Nessuno può avvicinarsi se non il personale medico.

Secondo gli inquirenti le uniche prove in merito a un presunto disagio psichico provengono dalle testimonianze dei familiari e sono dunque di parte. Verifiche verranno fatte eventualmente in un momento successivo oppure nel caso che dalla Germania giungessero atti o documenti a comprovare che il 29enne era seguito da operatori sanitari per disagi psichici.

Secondo quanto si è appreso, investigatori e inquirenti troverebbero conferma di una lucidità dell'uomo anche nel fatto che l'ambulanza del 118 giunta con le auto della Volante e della Mobile a prendere i due fratelli, non ha preso in carico il 29enne, proprio perché non avrebbe manifestato alcun problema.

Nell'ordinanza il giudice scrive che "vi sono in atti frequenti riferimenti a disturbi psichici dell'indagato, ma al momento non vi sono documenti medici al riguardo, e pertanto non paiono esservi elementi per sostenere che egli, al momento dei fatti, si trovasse in condizione penalmente rilevante". Diverse avrebbero potute essere le misure nel caso fosse stata riconosciuta l'instabilità mentale dell'indagato.

Tra gli oggetti sequestrati dall'autorità giudiziaria, c'è una fondina con passante per cinturone rotto, a dimostrazione del fatto che il 29enne avrebbe "strappato" la seconda pistola a uno degli agenti uccisi.