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Anche il vescovo di Como critica l'overtourism

Aspro discorso pronunciato dal cardinale Oscar Cantoni, che ha denunciato le condizioni lavorative e l'avidità derivata dal turismo di massa

Sempre più persone visitano il capoluogo lariano
(Ti-Press)
3 settembre 2024
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Fanno discutere le recenti parole del vescovo di Como, il cardinale Oscar Cantoni, che ha messo in guardia la Città dai rischi dell’overtourism. Un assalto che in continua crescita assomiglia sempre più a un assedio in grado di incidere sulle abitudini e l’identità della città e dei suoi abitanti. “L’afflusso di questa ondata turistica nella nostra città comporta un forte aumento dei prezzi delle merci e delle case, fino a rendere il centro un luogo a tratti inospitale per i cittadini – ha sottolineato il vescovo nel discorso che ha rivolto ai fedeli dal pulpito di Sant’Abbondio, nel corso della festa patronale –. Sempre più famiglie abbandonano il centro, dove i prezzi delle case sono inaccessibili e molte abitazioni sono ormai trasformate in B&B per ospitalità brevi dei turisti di passaggio. Molti, attratti ormai da un più facile guadagno, scelgono di destinare così le proprietà del centro. Si pensi che dal 2016 al 2023 il numero delle case vacanze è passato da seicento a oltre quattromilaseicento. La città, però, così facendo, si svuota e, in qualche modo, si sfalda anche la comunità: più alloggi per i turisti, meno case per i residenti”.

A farne le spese sono soprattutto i giovani, gli studenti e le nuove famiglie costretti ad andare a vivere altrove. '“Per non parlare degli stranieri, che anche quando hanno un lavoro e una stabilità economica, faticano a trovare un’abitazione, talvolta solo per uno strano pregiudizio nei loro confronti – ha proseguito monsignor Cantoni –. Come sempre, sono i più deboli a soffrire e a essere messi ai margini. Se è vero che il turismo porta lavoro e benessere, ci dobbiamo chiedere con verità se questi vantaggi siano effettivamente per tutti. Ascolto racconti di lavoratori nel settore turistico, spesso giovani o stranieri, sottoposti a ritmi eccessivi, così come a stipendi poco sostenibili per la vita personale e familiare. Il lavoro non può essere mai sfruttato”.

Il vescovo ha invitato a riflettere sulla differenza tra turismo e ospitalità. “Tutti hanno diritto di godere della bellezza del nostro territorio. Registriamo, invece, oggi una contraddizione che è un autentico scandalo: se hai soldi e porti soldi sei il benvenuto anche se sei straniero. I muri crollano e il dio denaro apre ogni porta. Se invece sei, allo stesso modo, straniero, ma senza soldi: torna a casa tua! Sotteso a questo atteggiamento c’è qualcosa di poco umano e cristiano”. Un chiaro riferimento al trattamento riservato ai migranti.