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Pusher accoltellato, restano in carcere i due carabinieri

Il fermo è stato convalidato dal giudice. Uno dei due militari ha dichiarato di essere intervenuto a difendere il collega aggredito da un pusher

Immagine di archivio
(Depositphotos)
9 luglio 2024
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Restano ancora in carcere i due carabinieri fermati ieri, 8 luglio, e accusati di tentato omicidio nei confronti di un giovane di origine marocchina trovato gravemente ferito a coltellate da alcuni passanti in una via di Castiglione Olona, in provincia di Varese, adiacente a una zona boschiva nota, come molte altre nella zona, per l'attività di spaccio di stupefacenti. Il fermo, come riporta VareseNews, è stato convalidato dal giudice delle indagini preliminari dopo l'interrogatorio di garanzia nella mattinata di oggi, 9 luglio. Il gip si è riservato di decidere sulla misura cautelare da applicare.

Come si è appreso dai legali, il coltello utilizzato per ferire in modo quasi mortale la vittima era di uno dei due carabinieri, un brigadiere e un appuntato, uno in forza alla compagnia di Luino (Varese) e l'altro alla stazione di Malnate (Varese).

I due militari non erano in divisa quando hanno agito e non sono stati arrestati in flagranza di reato. Il fermo per l'indiziato di reato è scattato circa 15 ore dopo che il giovane ferito era stato trovato da alcuni passanti con conseguente chiamata al 112. È ancora ricoverato in terapia intensiva all'ospedale di Circolo di Varese.

Entrambi i carabinieri, subito sospesi dall'Arma, erano liberi dal servizio e senza nessun ordine di servizio che giustificasse la loro presenza nei boschi della droga di Castiglione. La versione fornita dal brigadiere è che quest'ultimo sarebbe intervenuto per difendere il collega, aggredito dal presunto pusher.

Il motivo per cui i due militari si trovassero in quel luogo è, a dire del legale di uno dei due, "una nebulosa che non potrà essere dipanata prima dell'interrogatorio di convalida". Interrogatorio nel quale, appunto, il carabiniere che avrebbe difeso il collega si è avvalso della facoltà di non rispondere, avendo già fornito la sua versione al giudice, mentre l'appuntato, come riporta il suo legale, "ha chiarito la sua posizione".

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