L'indagine della Guardia di Finanza di Verbania è partita da un sequestro di prodotti al valico di Iselle nel 2021: 9 persone rinviate a giudizio
Ha preso le mosse anche dalla Svizzera l'operazione della Guardia di Finanza di Verbania "Mister Muscolo" che ha permesso di scoprire una vera e propria rete di commercializzazione di farmaci e altre sostanze dopanti che, seppure siano vietate in quanto tutte inserite nella lista dei prodotti proibiti stilata dall'Agenzia mondiale antidoping ("World Anti-Doping Agency - Wada"), le quali, seppur vietate, continuano ad essere utilizzate per alterare le prestazioni agonistiche.
Nei giorni scorsi, gli inquirenti italiani hanno concluso le indagini con richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di nove persone, sei delle quali si sono già avvalse dell’istituto del patteggiamento ricevendo dal Tribunale di Verbania condanne a pene comprese da un anno a un anno e otto mesi di reclusione, in parte sostituite con lavori di pubblica utilità.
L'indagine ha avuto inizio nel novembre 2021 quando un cittadino italiano era stato fermato al valico di Iselle di Trasquera mentre cercava di trasportare in Svizzera un lotto delle sostanze in questione che, come accertato dalla Guardia di Finanza, era stato precedentemente ritirato presso uno spedizioniere nazionale a Domodossola ed era destinato a un cliente domiciliato nella Confederazione. Per tale motivo, l'uomo era stato denunciato per ricettazione di sostanze dopanti e il carico era stato sequestrato.
Dal semplice controllo ai fini doganali partivano quindi indagini più approfondite che permettevano di individuare una serie di spedizioni sospette. Sulla base degli indizi sono state quindi effettuate perquisizioni nei confronti degli indagati, fra i quali famosi bodybuilder professionisti, distintisi in competizioni anche a livello internazionale, e alcuni personal trainer di successo. Il sequestro diretto della corrispondenza ha permesso inoltre di ricostruire le spedizioni delle sostanze dopanti.
L’ulteriore sviluppo delle indagini ha interessato, oltre che la Svizzera, le province di Verbania, Novara, Pavia, Ascoli Piceno, Roma, e ha permesso di rintracciare e ricostruire oltre 3'600 spedizioni da parte degli indagati in favore di utilizzatori sia in Italia sia all’estero.
Gli ordini, spediti sotto falso nome, venivano inoltrati tramite sistemi di messaggistica istantanea criptata o soggetta ad autodistruzione in chat segrete, utilizzando schede telefoniche intestate a soggetti di fatto inesistenti, e venivano pagati in contanti o tramite carte prepagate, alcune delle quali attivate on-line presso istituti di credito esteri, avvalendosi di documenti d’identità contraffatti.
L'operazione ha portato al sequestro, complessivamente, di oltre 12'000 prodotti farmaceutici tra flaconi, fiale e compresse, alcune delle quali usate per la cura di tumori o in ambito veterinario, ottenibili esclusivamente dietro prescrizione medica, ma anche sostanze, prodotte “artigianalmente” senza alcun controllo medico, oltre a 700 fiale di Nandrolone e 400 compresse di “Rivotril” (sostanza nota anche come "droga dello stupro" e dunque pericolosa anche socialmente, oltre che per la salute): farmaci, questi ultimi, che per la legge italiana sono considerati sostanze stupefacenti.
I responsabili sono stati, altresì, segnalati alla Procura Nazionale Antidoping italiana per le condotte relative ai reati a loro contestati nello specifico settore.