Titolare di una azienda di Cantello era finito sotto processo per una stretta di mano troppo vigorosa costata l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale
Ci sono voluti otto anni per arrivare a una assoluzione piena ("perché il fatto non sussiste") per un caso che aveva sollecitato l'attenzione dei quotidiani nazionali italiani. Protagonista, suo malgrado, un imprenditore di Cantello che all'epoca dei fatti (risalgono al 2016) era titolare di una impresa attiva nel settore delle materie plastiche. L'uomo era finito sotto processo per il reato di resistenza a pubblico ufficiale.
Dopo un sopralluogo nella sua azienda, terminato con una sanzione di 400 euro, l'imprenditore si era congedato dalle due ispettrici del lavoro con una stretta di mano "d'acciaio", giudicata troppo forte: le due funzionarie si erano sentite minacciate. Da qui la denuncia presentata in Procura a Varese, l'inchiesta e il processo. L'uomo era stato multato per via di una telecamera che, senza autorizzazione, era stata posizionata in ditta a seguito di furti subiti qualche giorno prima, regolarmente denunciati. Dopo quanto emerso in aula la stessa accusa ha chiesto l'assoluzione dell'imputato. Stamane la decisione assolutoria del giudice monocratico di Varese.