Lo sposo è un membro dell'associazione neonazista ‘Do.Ra.’ il cui capo ha officiato la cerimonia. Il primo cittadino chiede che si avvii un'azione penale
Saluti romani degli sposi dal balcone del Comune di Varese, con tanto di risposta da parte di diversi invitati in camicia nera. È quanto segnala l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (Anpi) riguardo alla celebrazione di un matrimonio a Varese.
L'Anpi chiede "con la massima urgenza che le forze dell'ordine procedano all'identificazione di tutti coloro che si sono esibiti nel saluto romano e alla Magistratura di aprire un'indagine per violazione delle leggi Scelba-Mancino".
"A Varese il capo dell'associazione neonazista ‘Do.Ra.’, la comunità militante varesina dei ‘Dodici Raggi’, ha officiato il matrimonio di un membro del medesimo gruppo con una signora" – racconta il presidente nazionale dell'Anpi, Gianfranco Pagliarulo –. Immediatamente dopo il matrimonio, dal balcone di Palazzo Estense, sede del Comune di Varese, lo sposo, accompagnato dalla consorte, ha salutato romanamente gli invitati, che hanno pubblicamente risposto dal giardino sottostante con altrettanti saluti romani. Tutti, sposo compreso, rigorosamente vestiti di nero.
"C'è un limite, oltre che alle leggi vigenti, anche alla decenza costituzionale, che pare ampiamente superato", ha commentato Pagliarulo, il quale ha ricordato che "le sezioni unite penali della Corte di Cassazione italiana hanno recentemente disposto che il saluto romano integra il delitto di ricostituzione del partito fascista ove la condotta tenuta nel corso di una pubblica manifestazione (il saluto romano è avvenuto in un luogo pubblico per antonomasia, cioè la sede del Comune) sia idonea a integrare il concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito fascista".
Pagliarulo chiede inoltre "come mai, dopo le innumerevoli manifestazioni di natura neofascista e le tante disavventure giudiziarie di cui si è resa protagonista l'associazione Do.Ra., non si sia ancora proceduto per il suo scioglimento".
La reazione del sindaco di Varese non si è fatta attendere. "Quanto accaduto al termine della celebrazione a Palazzo Estense è inaccettabile e invito le forze dell'ordine a fare piena chiarezza su quanto avvenuto, individuando al più presto i responsabili e avviando le necessarie azioni penali", ha dichiarato all'agenzia di stampa italiana il sindaco Davide Galimberti (Pd) commentando il matrimonio con saluti romani.
"Il Comune di Varese – ha proseguito Galimberti – è il massimo luogo cittadino dove trovano espressione i valori di antifascismo e libertà, e non può assolutamente essere violato da gesti e slogan che non devono più trovare spazio nella nostra società. Sono sicuro che le forze dell'ordine individueranno al più presto i responsabili di questi atti gravissimi che non rappresentano in nessun modo la nostra città".
Galimberti ha precisato che "la persona che ha celebrato il matrimonio, per l'ordinamento del nostro Paese, aveva i requisiti per officiarlo. Anzi, il Comune ha effettuato attività istruttorie ulteriori perché gli uffici comunali non si sono accontentati della semplice autodichiarazione dei requisiti. La celebrazione dunque è avvenuta secondo quanto la legge stabilisce e alla presenza di personale delle forze dell'ordine".
"Negli ultimi tempi – prosegue il sindaco – fenomeni di questo tipo si stanno verificando sempre più spesso, come negli ultimi giorni ad Acca Larentia, ed è quindi fondamentale e urgente che, oltre alle condanne da parte della comunità democratica, delle forze politiche e associative, arrivi un intervento chiaro che porti finalmente a orientamenti univoci in ordine alle condanne di tali fatti".