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La villa non è del Comune: nozze non valide, e si va in aula

I due coniugi non risultavano sposati: il luogo scelto non era idoneo e il rito non aveva valore legale. Denunciati ex sindaco e gestori della struttura

Immagine di archivio
(Depositphotos)
5 giugno 2024
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Una coppia di Cunardo, una bellissima villa nell'Alto Varesotto scelta per celebrare il matrimonio nel 2018, per un costo totale di circa 9'000 euro. C'erano la limousine, la musica dal vivo, il sindaco con la fascia tricolore, gli invitati e le fedi. Tutti gli ingredienti per delle nozze da favola ma, come riporta LuinoNotizie, c'era un dettaglio non irrilevante: la struttura non era ufficialmente registrata come sede distaccata del Municipio di Cunardo, e dunque la cerimonia non aveva legalmente valore di rito civile del matrimonio ma era solo simbolica, "all'americana".

I coniugi, o supposti tali, hanno scoperto l'inghippo due mesi dopo, quando si sono recati al Comune per chiedere il certificato di matrimonio per ottenere il congedo matrimoniale: certificato che non arrivava, per il semplice motivo che quel matrimonio, sui registri dello stato civile, non risultava da nessuna parte.

Il Codice civile italiano, infatti, prescrive esplicitamente che "il matrimonio deve essere celebrato pubblicamente nella casa comunale" (o, come precisa la giurisprudenza, in un luogo indicato dal Comune come idoneo), anche di un comune diverso "quando vi è necessità o convenienza": l'unica eccezione è il caso in cui uno degli sposi, "per infermità o per altro impedimento giustificato, è nell’impossibilità di recarsi alla casa comunale".

La coppia ha allora denunciato sia l'ex sindaco del paese, sia i gestori della villa. A carico di entrambi la Procura di Varese ipotizza il reato di truffa. L'ex sindaco è accusato inoltre di peculato in quanto avrebbe intascato 300 euro in contanti consegnati dagli aspiranti coniugi "senza alcuna legittima causale e senza registrazione a bilancio comunale", traendo vantaggio dalla convinzione errata della coppia che il matrimonio fosse valido e la somma servisse a coprire le spese amministrative degli atti. I gestori della villa respingono le accuse, sostenendo di avere informato chiaramente la coppia del tipo di servizio offerto, e che non potevano essere a conoscenza di altri accordi fra i due sposini e il sindaco viziati, a loro dire, da incomprensioni. Il procedimento è attualmente fermo in tribunale a Varese in fase predibattimentale, dovendo decidere il giudice se, sulla base delle accuse, ci sono gli estremi per proseguire il processo. L'ex primo cittadino ha invece scelto il patteggiamento, il verdetto sarà noto a fine giugno.